ABC dello STARE INSIEME - 4° laboratorio - "il potere di decidere e la responsabilità del partecipante" -
Si è conclusa, con grande soddisfazione dei partecipanti, anche questa quarta esperienza del percorso formativo creato per supportare vari gruppi di persone nella loro intenzione di abitare in modo collaborativo.
In queste 4 tappe abbiamo compreso ed appreso insieme alcune competenze sociali fondamentali come:
A) saper ascoltare in modo attivo ed empatico e comunicare in modo efficace ed ecologico;
B) l'arte di comprendere il conflitto e di trasformarlo in collaborazione;
C) la capacità di organizzare e gestire gruppi di lavoro utili ed efficaci con l'introduzione du una nuova disciplina che si chiama "Facilitazione";
D) i metodi per comprendere il processo decisionale per arrivare a decisione condivise e consensuali;
In particolare in questo ultimo incontro abbiamo imparato che ci sono diversi modi di prendere decisioni a cui corrispondono altrettanti METODI DECISIONALI e ci siamo esercitati sul confronto tra quelli principali:
AUTORITARIO, CONSULTIVO, MAGGIORITARIO, CONSENSUALE E con l'ASSENSO SOCIOCRATICO.
Abbiamo approfondito e compreso quanto sia importante - per la buona tenuta del gruppo - saper prendere decisioni consensuali. Ora sappiamo anche che nelle comunità intenzionali più avanzate e longeve si adotta la SOCIOCRAZIA sia come sistema organizzativo che come metodo decisionale. Per impararla ci vuole un intero evento-laboratorio che potremo organizzare su richiesta di gruppi già consolidati che vogliono esercitarla.
In autunno abbiamo in programma di affrontare un altro momento molto importante e che darà senso non solo a tutto quello che abbiamo fatto finora ma aprirà una nuova strada anche a chi, pur non avendo frequentato i precedenti laboratori, vuole iniziare ad organizzare, nel proprio quartiere, paese, Circoscrizione ecc. un Circolo del BuonAbitare. Il tema è molto innovativo e lo abbiamo anticipato in tutti i precedenti incontri. Ne abbiamo scritto anche in Newsletter precedenti che invitiamo a leggere.
Come? entrando dal vostro PC, tablet o SmartPhone nel sito <www.cohousingtrentino.it/blog/> e, nella apposita Sezione NEWS, scrollare tutti i titoli fino a trovare quelli dedicati al tema. Le date dovranno essere confermate e lo faremo puntualmente a Settembre. Tuttavia l'ipotesi ad ora più accreditata è che potrà essere nel fine settimana 22-23-24 ottobre.
Se chi organizza si prende tutta la responsabilità di accordarsi con i formator*, di impegnare la struttura che ospita l'evento, di scrivere e divulgare e promuovere l'iniziativa, di raccogliere le adesioni e rispondere alle numerose mails dei partecipanti, ecc. Chi partecipa è fondamentale si assuma altrettanta responsabilità nel leggere i contenuti, iscriversi puntualmente, tenersi aggiornato su eventuali rinvii e presentarsi puntualmente all'appuntamento dato. Purtroppo, ci spiace informare tutti che, in queste quattro esperienze, ci siamo trovati nella spiacevole situazione di ricevere disdette all'ultimo minuto e motivate da circostanze poco plausibili per chi organizza. Ad esempio: "mi sono iscritta pensando fosse un evento online" quando i dettagli dell'evento sono ben descritti nella locandina (basta prendersi il tempo di leggerla); "ci ho ripensato e, visto che nel weekend sarà bel tempo, vorrei andare a fare una gita" mettendo così in difficoltà chi, per coprire i costi fissi dell'evento, deve stressarsi per cercare di fare promozione per recuperare i mancati iscritti dell'ultima settimana; ". "Mi sono sbagliata a segnare l'evento in calendario e pensavo fosse un altro weekend". E' del tutto evidente che se anche la Formatrice, la Struttura e chi organizza facessero lo stesso errore non saremmo più in grado di garantire opportunità formative di questo tipo che sono basate su FIDUCIA reciproca e IMPEGNO reciproco.
Questa fondamentale responsabilità/affidabilità del partecipante è la virtù principale alla base di un sostanziale "ACCORDO di BASE" tra chi organizza e chi partecipa 💥
Abbiamo imparato che il rispetto degli Accordi di base ci permette di stare bene nei gruppi, di qualsiasi natura. Se manca questo pre-requisito è improponibile pensare a progetti di abitare collaborativo, in qualsiasi forma ce li siamo immaginati.
Oltre all'importanza della fiducia e dell'impegno reciproci in questi weekend si conoscono persone davvero speciali e si imparano tanti piccoli accorgimenti che possono cambiare e migliorare anche le nostre relazioni familiari, affettive, di cura e sostegno, con i colleghi di lavoro, con i collaboratori e con le presone in generale.
Infine è utile ricordare che il principio alla base di quello che facciamo in questi incontri è "SE NON CI SI DIVERTE ... NON E' SOSTENIBILE" e, come potrete anche vedere dai video che pubblichiamo nella Sezione Formazione, non mancano di certo i momenti ricreativi, ludici in cui siamo tutti protagonisti del piacere di stare insieme 💞.
Per ricaricare le energie e ritrovarsi in forma in autunno, il piccolo (ma tenace) team di Cohousing Trentino si prende una pausa. Nei mesi di luglio ed agosto ci auguriamo che possiate incontrarvi magari in modo conviviale per rilassarvi e rafforzare la reciproca conoscenza. Speriamo che quest'autunno non ci sia un altra ondata di Covid-19 e che le attività possano riprendere in modo sereno e partecipativo. Il prossimo laboratorio servirà anche ad imparare come creare quella rete di relazioni di prossimità (i Circoli del BuonAbitare) che può fare una grande differenza anche in situazioni di emergenza, già sperimentate.
🧘♂️ 🍹 🍉 🌤 BUONA ESTATE 🍀 🧚♀️ 😎 ⛱
Come PRENDERE DECISIONI serenamente senza creare rotture o conflitti?
Che fatica decidere insieme! Con gli amici, in famiglia, nelle riunioni dell'Associazione a cui prestiamo la nostra azione volontariamente. Nelle assemblee di condominio così come nella vita quotidiana siamo chiamati a prendere decisioni che spesso ci fanno entrare in conflitto e ci tolgono quella serenità di cui avremmo tanto bisogno.
Perché è così difficile prendere delle decisioni creando un’atmosfera di fiducia e sostegno reciproco?
Qualcuno ci riesce con grande dispersione di energie personali. Molti altri invece escono insoddisfatti e rancorosi dalle riunioni e il clima di disagio e tensione che si è creato incide fortemente sulla voglia di andare avanti nel progetto che avevamo intrapreso con tanto entusiasmo.
Nell'ambito dell'abitare, succede così anche a molti gruppi di persone che vogliono andare a vivere insieme in Cohousing o in un Ecovillaggio formando una comunità intenzionale. Così come succede spesso nelle situazioni di vita condominiale semplicemente perché non abbiamo scelto i nostri vicini di casa e non abbiamo imparato a gestire i naturali disagi che nascono dalla presa di decisioni a maggioranza. Ovvio che, il gruppo di persone che hanno perso e sono in minoranza, si sentono danneggiate e cercheranno di boicottare la scelta presa dalla maggioranza. Molti hanno già rinunciato a vivere una vita di gruppo e cercare quella serenità così necessaria ad una buona qualità di vita. "Sono diventato un orso e non ho più voglia di frequentare amici". Lo sentiamo ripetere troppo spesso. E allora come uscire da questa situazione che troppo spesso ci rende la vita difficile?
Ci sono altri modi e metodi di gestite queste frequenti situazioni e vivere in modo più sereno: nella nostra famiglia, con gli amici, sul lavoro, con i vicini di casa e nella vita comune che facciamo insieme ai gruppi che frequentiamo. Possiamo imparare a prendere decisioni consensuali e affrontare le situazioni con vari stili di proposta e dibattito.
Nel percorso "ABC dello STARE INSIEME ®️" in cui stiamo accrescendo le nostre competenze individuali siamo ora giunti alla tappa fondamentale dell'imparare insieme l'arte di prendere decisioni in un’atmosfera stimolate e ricca anche di momenti di dialogo, condivisione e creatività.
Il prossimo laboratorio esperenziale, condotto da Lucilla Borio, tra le più riconosciute formatrici internazionali, sarà a Trento dalle ore 18:00 di venerdì 18 giugno alle ore 17:00 di domenica 20 giugno. E' aperto a chiunque voglia fare questa intensa e fondamentale esperienza di crescita in competenze sociali di cui tutti avvertiamo un grande bisogno. Ulteriori informazioni e dettagli su questo evento li trovate nella locandina pubblicata sul sito di Cohousing Trentino. Clicca qui per leggerne subito i contenuti 💥
Per iscriversi basta compilare questo modulo ✏️. Riceverete subito una mail di conferma con oggetto: "Iscrizione Laboratorio ABC dello stare insieme 18-20 giugno 2021" nella quale potrete verificare l'esattezza dei dati che avete inserito. Appena raggiunto il limite massimo dei partecipanti vi manderemo la conferma della vostra iscrizione ed eventuali dettagli. Per chi viene da fuori provincia è importante prenotare la stanza nella struttura che ci ospita (Villa S. Ignazio) telefonando in tempo al numero tel. 0461 238720. Il costo concordato per il pernottamento e la prima colazione (non compreso nella quota di iscrizione) è di 42,00 euro in singola e 30,00 in doppia (per giornata).
Per ulteriori informazioni potete scrivere una mail a cohousingtrentino@gmail.com
Vi aspettiamo per una altra bella esperienza insieme. Il Team di Cohousing Trentino
CASA dolce CASA ma è proprio vero? Forse no. Firma la petizione per il Cohousing ORA 💥
Durante questo anno particolare che, a causa di una pandemia mondiale, ci ha costretti a rimanere in casa per molto tempo e ridefinire anche i tempi e modi delle nostre relazioni familiari, non tutti hanno visto la qualità delle proprie relazioni migliorare. Le statistiche nazionali ci riportano un grave aumento dei dissidi, delle liti e della violenza domestica. Se è vero che molto presto ritorneremo ad una quasi normalità è altresì vero che nulla, o quasi, sarà più come prima. In meglio così come in peggio.
Per restare nel tema delle relazioni familiari è emerso, inequivocabilmente, che conciliare vita quotidiana (e le faccende domestiche) con il lavoro e magari con dei figli è stata un impresa così dura che molti matrimoni sono entrati in crisi. Altro che "smart working" 💝. Provate ora ad immaginare che, invece di dover lavorare dal vostro appartamento, nei paraggi o meglio, nello stesso condominio, ci sia uno spazio comune adibito a fare co-working. Come si inizia a vedere in alcune pubblicità spesso di luoghi all'estero. Cohousing è anche avere uno spazio comune in cui poter staccare dal proprio appartamento e andare lì, senza perder troppo tempo, per lavorare e scambiare esperienze con altri che, come voi, possono lavorare da casa.
Provate ora ad immaginare che, invece della didattica a distanza (DAD), esista anche una sala multifunzionale in cui i vostri figli, durante il lock-down (osservando tutte le procedure e i protocolli previsti per il contenimento del Covid-19) potevano studiare insieme a degli adulti che, a turno, vigilavano e li supportavano a superare le difficoltà. Cohousing è anche questo. E molto ancora. Un orto per coltivare, insieme al "gruppo BIO" le proprie verdure. Servizi condivisi di "assistenza domiciliare" per anziani soli che, con la solidarietà del cohousing, si sentono sereni e protetti. Non è un sogno. Avere una cucina e una sala comune dove organizzarsi, a turno, per condividere alcuni pasti (e quindi cucinare solo qualche volta e a rotazione). Nella sala multifunzionale poter trovarsi per guardare un film con i vostri condomini ... pardon ...cohousers. Già. Perché i vicini di casa non ce li siamo scelti e spesso non hanno molte affinità con noi. Nel Cohousing invece, abitiamo vicino a persone che hanno costruito con noi una "comunità intenzionale" e che si sono scelte per vivere insieme.
E' un gran bel modo di vivere e di abitare. Uno stile in cui condividere è un piacere che va preso a dosi alternate con il piacere della propria privacy. Davvero esiste? Come posso andare a vivere in Cohousing? In molti Paesi è già una politica abitativa e si può decidere se andare a vivere in condominio o formare un Cohousing. In Italia non è così facile. Perchè? Innanzi tutto per una questione di cultura. Siamo cresciuti con l'idea che la famiglia sia l'unica alternativa. Che il condominio o, per chi può, la villetta, la cascina in campagna, siano le sole possibilità di avere una buona qualità di vita e di relazioni. Negli ultimi vent'anni, il numero di persone che scelgono di essere single o che si sono separate è così cresciuto da diventare la maggioranza della popolazione. Eppure percepiamo che, chiusi nei nostri appartamenti, qualcosa non funziona. La qualità della nostra vita non è quella che avevamo desiderato magari impegnandoci in un mutuo ventennale per comperare la casa dei nostri sogni. E allora dobbiamo rassegnarci? Tante persone hanno già fatto la scelta di vivere in Eco-villaggi, in Cohousing e altre comunità intenzionali. HousingLab ha pubblicato un libro: "Cohousing l'arte di vivere insieme" dove ha mappato le esperienze italiane di abitare collaborativo. E' bello sapere che gruppi di amici e famiglie sono riusciti a realizzare questo stile di vita. Purtroppo sono moltissimi quelli che vorrebbero provarci ma risulta ancora troppo difficile perché manca una legge che agevoli questa scelta. La buona notizia è che le maggiori associazioni italiane che si occupano di abitare collaborativo (Rete Italiana Villaggi Ecologici, Rete Italiana Cohousing e Conacreis) hanno realizzato una proposta di legge che è ora alla valutazione del Parlamento. Abbiamo bisogno di di far capire che siamo in molti a volere un futuro collaborativo, ognuno con le proprie motivazioni e i propri sogni.
FIRMA anche tu questa petizione sulla piattaforma etica BUONA CAUSA. Clicca QUI e ti bastano pochi minuti per far parte del nostro mondo. Ecco anche il link esteso da copiare nel tuo browser <https://buonacausa.org/cause/comunitaintenzionali>.
Se poi vuoi fare un passo concreto verso l'abitare collaborativo iscriviti e frequenta i Laboratori dell'ABC dello stare INSIEME ®️. Un percorso formativo a tappe. Organizzato per permettere a chiunque voglia avvicinarsi a questi modelli abitativi di sperimentare e apprendere metodi per gestire relazioni serene. Capire che le diversità sono una risorsa che il gruppo impara insieme a coltivare. Per saperne di più visita le sezione Formazione del nostro sito. Clicca QUI
SI PUO' VIVERE MEGLIO e con maggior serenità 🧡
Questo mese è particolarmente intenso di buone notizie 🌻
Il 4 marzo, insieme ad oltre 200 giovani professionisti collegati da tutta Italia, abbiamo costruito le basi fondamentali per realizzare - in tutto il territorio nazionale - nuovi modelli abitativi adatti a tutti coloro che, indipendentemente dall'età, sentono di essere PROTAGONISTI del proprio futuro. Iniziamo a raccontare il SILVER COHOUSING. Per partire con il piede giusto bisogna dedicare un pò di tempo alla comprensione. L'impegno e la conoscenza ci permettono di realizzare progetti che non sono solo un sogno perché, come altri dimostrano, si possono realizzare. Andiamo allora a capire le 6 caratteristiche fondamentali di uno dei più interessanti progetti di Cohouising e prendiamo ispirazione per creare una filiera territoriale virtuosa di professionisti.
Tratto dal Convegno organizzato dal TAVOLO DEI GIOVANI PROFESSIONISTI della Provincia Autonoma di Trento, ecco il link alle relazioni della dott.ssa Cinzia Boniatti - Sociologa e Facilitatrice di comunità - e del prof. Enrico Bramerini - docente di Sociologia di Comunità e senior partner di ELEA Srl. - che ci illustrano COME sia possibile realizzare un bel progetto ed entrare in contatto con professionisti qualificati. Clicca QUI
Con la primavera fioriscono iniziative che possono essere particolarmente interessanti per GIOVANI con la mente aperta e la voglia di fare esperienze anche fuori dai confini nazionali. Siamo felici di segnalare questa opportunità di fare un TOUR in SPAGNA, comodamente da casa, per visitare le più frizzanti esperienze di ECOVILLAGGIO. Esistono comunità intenzionali di questo tipo che ben si prestano ad interpretare modelli di vita salubri e creativi. L'iniziativa si chiama: "Meet the Ecovillages - Starting March 30th. A journey across Europe, one community at a time". Per iscriversi basta compilare un modulo e collegarsi, via Zoom, nei giorni previsti per il viaggio. Clicca QUI
Concludiamo questa rassegna di buone notizie con l'invito a mettervi in contatto e partecipare alle iniziative che organizziamo per permettere a TUTTI di incontrare persone che, come noi, vogliono essere coinvolte in una crescita personale e in nuovi percorsi che aprono orizzonti di serenità. Nel mese di aprile, Covid permettendo, - da venerdì 9 a domenica 11 - parteciperemo ad un piacevole Laboratorio per alla creazione di comunità di Cohousing ma anche di Circoli del BuonAbitare. Per maggiori informazioni clicca QUI
Newsletter N° 28 febbraio 2021
"Silver Cohousing": come progettare una longevità attiva, serena e collaborativa.
Ne parleremo in un Convegno -online- giovedì 4 marzo. L'evento è organizzato dal TAVOLO DEI GIOVANI PROFESSIONISTI della Provincia Autonoma di Trento.
E' gratuito ed aperto a tutti. Per accedere bisogna comunque iscriversi indicando i dati anagrafici, il CF e la professione. Ecco il link al programma con le istruzioni per iscriversi prima possibile. Clicca QUI
Il tema trattato è davvero importante. Si tratta infatti di affrontare, anche nel nostro territorio, un cambiamento sostanziale.
Come affrontare "al meglio" la fase della vita che interessa la più ampia fascia di popolazione residente?
L'Italia, dopo il Giappone, è il paese più 'vecchio' al mondo. Anche nel resto d'Europa il tasso di popolazione anziana è molto alto ed è per questo che, in molti stati europei già da tempo, ci si sta attrezzando per modificare le politiche sociali e abitative in modo da rendere la terza età un periodo attivo e sereno della vita.
Da un lato è fondamentale che, la politica in concerto con la Pubblica Amministrazione, inseriscano questi nuovi modelli abitativi nella progettazione e pianificazione (PRG) e li rendano accessibile a tutti. Ma non è abbastanza per recuperare il ritardo. Anche il mercato, i professionisti e i cittadini stessi devono muoversi e organizzarsi. Ora lo sappiamo, perchè lo abbiamo potuto studiare da chi, in Europa e nel mondo, è partito molto prima, già dagli anni '70. Ci sono tante cose da imparare anche dagli errori commessi.
Quali sono le migliori soluzioni per una LONGEVITA' ATTIVA tra le tante che iniziamo a vedere come: residenze protette, il cohousing, il co-living, l'abitare collaborativo ma anche i villaggi ecologici e tanti altri modelli. C'è bisogno di fare chiarezza e di imparare cosa funziona e cosa è auspicabile.
Di certo il futuro delle prossime generazioni di anziani non sarà rappresentato solo da eserciti di badanti e dalle Case di Riposo. La pandemia da Covid-19, ancora in corso, ci ha fatto aprire gli occhi sul bisogno sia di riorganizzare le strutture per la gestione delle persone "non autosufficienti" ma soprattutto sull'importanza di investire molto (pubblico e privato) sulla prevenzione e sul supporto all'invecchiamento attivo, sereno e collaborativo.
Di questo e di molto altro si parlerà in questo imperdibile Convegno. VI ASPETTIAMO 🤗
2021 ANNO NUOVO e NUOVI STILI di VITA: inizia l'era delle "comunità intenzionali"
L'anno 2021 è iniziato con una notizia importante e di portata nazionale 💥.
Lo avevamo anticipato già nella Newsletter N.23 che trovate sul sito alla sezione News .
Il progetto di Legge - che abbiamo concepito, elaborato e condiviso con la Rete Italiana Cohousing (RIC), la Rete Italiana dei Villaggi Ecologici (RIVE) e CONACREIS che rappresenta le associazioni di ricerca etica, interiore e spirituale in Italia - era stato presentato al Parlamento. Dopo essere stato condiviso dalla Commissione Affari Sociali e Affari Costituzionali è stato ora pubblicato ufficialmente sul sito della Camera dei Deputati e siamo quindi in grado di renderlo pubblico anche a tutti i nostri lettori.
Si tratta di una proposta che mira sia a salvaguardare le molte Comunità Intenzionali, già esistenti nel nostro Paese, che a rendere più facile l'avvio di nuove comunità e la realizzazione di progetti di ABITARE COLLABORATIVO.
Infatti, come stiamo sperimentando in Italia, c'è una grossa difficoltà, sia individuale che dei gruppi di persone, nell'avviare e portare a termine dei progetti.
Le persone partono con entusiasmo, si trovano per tante volte con l'intento di condividere il sogno di andare a vivere insieme, tra amici. Se il gruppo rimane unito nell'intento e riesce a superare gli inevitabili conflitti e le scissioni (per questo va fatto insieme un percorso di formazione con dei Facilitatori riconosciuti) allora si cerca un terreno o un immobile dove realizzare il progetto di abitare collaborativo. Qui iniziano spesso i problemi con le amministrazioni comunali che non sono abituate a trattare con dei gruppi coesi come sono le "comunità intenzionali". Anche quando il progetto è privato e non richiede un "nulla osta" da parte delle amministrazioni nasce comunque il problema di dare una veste giuridica al gruppo (APS, Cooperativa, Fondazione o altro). E' fondamentale avere una veste giuridica sia nelle trattative con i fornitori che per la gestione delle questioni legate alla proprietà e all'eredità (quando il progetto non è in un immobile affittato). Per queste ragioni abbiamo elaborato una norma che agevoli sia la vita del gruppo che quella delle pubbliche amministrazioni. Una norma che, in pochi articoli, definisca la comunità, ne riconosca la veste giuridica e ne disciplini la progettazione.
Da quando, in Italia, stiamo cercando di divulgare nuovi modelli abitativi per giovani, adulti, anziani - sia single che in famiglia - e nuovi STILI di VITA che meglio ci permettano di conciliare il lavoro (ma anche la disoccupazione) con la vita quotidiana, abbiamo purtroppo capito che, senza una normativa favorevole e delle Politiche Abitative e Sociali abilitanti a questo nuovo Welfare di Comunità, l'abitare collaborativo rimane purtroppo un impresa per pochi. Questo spiega perché sia ancora così difficile - in Italia - far decollare il Cohousing, il Co-living e gli Eco-Villaggi così diffusi nel resto del mondo. A questo si aggiunge una nostra scarsa cultura sulla qualità delle relazioni con il vicinato. Le riunioni di condominio ne sono l'evidente emblema. Il tema dell'abitare è ancora centrato solo sul "comfort abitativo" (bella casa in un bel posto) ma non su quanto siano importanti le relazioni con il vicinato per stare bene e per collaborare invece di litigare.
Il lavoro di elaborare una proposta di legge, dal basso, è stato lungo e molto impegnativo. Dopo vari tentativi nel corso di un decennio (non andati a buon fine) un gruppo tecnico, composto da giuristi e sociologi (Cinzia Boniatti, Alfredo Camozzi, Massimo De Carli, Amerigo Festa, Giuseppe Micciarelli, Federico Palla e Roberto Sparagio "Coboldo"), ha avuto la tenacia di mettere a disposizione "gratuitamente" la propria competenza, il proprio prezioso tempo e l'impegno personale (cittadinanza attiva).
Il risultato è questo documento che potete scaricare direttamente dal sito del Parlamento. Per seguirne l'iter istituzionale (clicca QUI).
Al momento in cui stiamo scrivendo questa Newsletter siamo nel pieno di una "crisi di Governo". Auspichiamo che si risolva rapidamente e nella giusta direzione. Quella che ci permetta di vedere premiato il nostro sforzo e di vedere discussa ed approvata una normativa molto importante che ci permetterebbe di favorire, come quasi ovunque in Europa, la creazione di comunità intenzionali.
Concludiamo con un accenno all'incipit della proposta di legge: "Le « comunità di vita » rappresentano una delle forme più antiche di aggregazione umana e possono costituire importanti laboratori di sperimentazione sociale nel mondo attuale.
Per saperne di più leggetene il testo 😉
Newsletter N° 26 dicembre 2020
NUOVI STILI di VITA per ANZIANI: CO-HOUSING SOCIALE e modifiche alla normativa provinciale
Il sistema italiano dell’housing sociale oggi si caratterizza per l’adozione di diversi modelli operativi gestiti in autonomia da parte di attori pubblici (per la maggior parte), privati, non profit e low-profit. Dalla consapevolezza di come una tale eterogeneità possa incidere negativamente sulla realizzazione di alcuni progetti innovativi, a novembre 2020, si è costituito il Comitato Nazionale per l’housing sociale che aggrega Federcasa, Legacoop Abitanti, Confcooperative Habitat, Fondazione Housing sociale, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, e si propone pertanto di attuare un’azione trasversale e sinergica tra soggetti per la realizzazione di interventi di housing sociale in partenariato pubblico-privato.
Qui in Trentino, grazie all'interesse del Consigliere provinciale Alex Marini, il tema del Cohousing è già inserito nella legge finanziaria 2020 con emendamento all'art. 63 della Legge Provinciale 13 novembre 1992, n.21 che concerne la "Disciplina degli interventi provinciali in materia di edilizia abitativa".
il Covid ha messo in evidenza la necessità di superamento del modello di Residenze Sanitarie per Anziani (RSA). Nelle residenze sanitarie assistenziali, contagi e vittime sono stati numerosi, così come gli appelli per riformare queste strutture. Giusto e comprensibile. “La vera scommessa, però, è un’altra”, secondo Franca Maino. “La pandemia - prosegue la direttrice del laboratorio Percorsi di secondo welfare - dovrebbe spingerci a creare un sistema integrato, con valide alternative alle Rsa, dove dovrebbe stare il minor numero di persone possibile”. Un obiettivo ambizioso, per raggiungere il quale si deve partire dal tema della casa.
In Italia, più dell’80 per cento degli anziani abita in una casa di proprietà, spesso troppo grande. Gli italiani sopra i 65 anni che vivono soli, infatti, sono oltre quattro milioni. Fenomeni come questi sono presenti anche in altri grandi paesi europei, ma nel nostro sono più marcati. Del resto, abbiamo una speranza di vita tra le più alte, combinata però con maggiori difficoltà domestiche e una salute peggiore. I nostri anziani vivono più a lungo, ma peggio di molti loro coetanei europei. Eppure, secondo una ricerca pubblicata a gennaio, il 64 per cento di loro non lascerebbe la propria abitazione nemmeno per una più adatta.
Ecco una fotografia del Pianeta Anziani
Se da una parte ci sono buone probabilità che, nel medio periodo, il sistema di Welfare opererà una trasformazione verso modelli di Senior Cohousing, dall'altra, individui autosufficienti che vogliono pensare a realizzazione delle "comunità intenzionali abitative" con amici per poter vivere serenamente il periodo più fragile della propria esistenza, è importante che inizino a pensarci presto. Verso i 60 anni, quando si sta lasciando il mondo del lavoro, è il periodo ideale della vita per avviare un nuovo ed entusiasmante progetto di Cohousing.
“Vanno creati luoghi fisici di prossimità, in cui sia facile accedere per ricette, visite, esami e relazioni con servizi o ospedali".
Bisognerebbe promuovere un cambiamento culturale, sensibilizzando gli anziani stessi sui rischi futuri e le soluzioni disponibili. Cohousing e sanità, il benessere del nostro futuro passa da qui. Come viene ben descritto da Chiara Lodi Rizzini, una studiosa del fenomeno.
COSA si può fare, individualmente, per avvicinarsi a questi nuovi modelli?
In Trentino Alto Adige siamo tra i primi in Italia a supportare questo cambiamento culturale realizzando Laboratori esperenziali dove è possibile capire l' "ABC dello STARE INSIEME", grazie alla partecipazione, nel fine settimana, a percorsi di Facilitazione con formatori che vivono già in Cohousing e in Ecovillaggi.
Se vuoi iniziare il tuo percorso e capire se questa esperienza fa per te, non aspettare. ISCRIVITI al prossimo evento che si terrà a Trento, dal 14 al 16 febbraio 2021. Clicca QUI per vedere il programma e leggere tutti i dettagli.
A tutti voi i nostri più sentiti auguri di Buone Feste.
Newsletter N° 25 novembre 2020
il Cohousing tra le buone pratiche di sostenibilità in Trentino: GOAL-1
Con grande soddisfazione vogliamo informare che il Cohousing è stato inserito come Obiettivo N. 1 tra le pratiche sostenibili in Trentino e raccomandate dall'Agenda 2030 dell'ONU (Il 25 settembre 2015 gli Stati Membri dell'ONU hanno firmato una nuova agenda programmatica mondiale: l'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile)
"Soddisfare la possibilità di una comunità ad avere accesso ad un abitazione dignitosa, come troviamo nel Goal n. 1 - Povertà zero, risparmiando sui costi di gestione e contribuendo a prevenire e superare difficoltà economiche e sociali delle famiglie trentine, sono target di fondamentale importanza per il benessere di una comunità."
Nella Scheda, che descrive l'obiettivo e che è pubblicata sul sito provinciale per lo "Sviluppo Sostenibile", c'è il puntuale riferimento al nostro progetto nel "Link Esterno" e, come soggetti ispiratori, di questo modello abitativo in Trentino, siamo quindi stati informati di questo grande riconoscimento (grazie allo staff del MUSE che sovrintende a questo progetto comunicativo e, in particolare, alla dott.ssa Anna Redaelli).
Insieme al prof. Enrico Bramerini, che insegna Sociologia delle Comunità locali, incaricato dall'Università degli Studi di Trento al Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, abbiamo elaborato questa slide che mette in evidenza come il Cohousing, di fatto, intersechi ben tutti i 10 obiettivi che in Trentino sono stati individuati come prioritari (oltre agli altri 10 macro obiettivi per un totale di 20 obiettivi che andranno a comporre la Strategia Provinciale e si collegano ai 52 obiettivi di nazionali di sviluppo sostenibile)
Per saperne di più su quanto si sta già facendo in Trentino, ecco la scheda "UN GOAL A SETTIMANA" (clicca QUI)
ATTENDIAMO FIDUCIOSI NUOVI SVILUPPI CONCRETI 🌻
"ABC dello stare insieme": laboratorio su come organizzare gruppi di lavoro utili ed efficaci
Coloro che già frequentano i nostri eventi hanno maturato la consapevolezza di quanto sia essenziale acquisire le capacità di organizzare e facilitare gruppi di persone con cui collaborare in modo efficace! Dopo aver fatto alcuni incontri è evidente che, coloro che si attivano, con entusiasmo e nelle migliori intenzioni, iniziano ad essere stanchi di affrontare la scarsa partecipazione o la litigiosità o le incomprensioni che si generano.
Purtroppo non siamo ben consapevoli del motivo per cui abbiamo accumulato brutte esperienze. Che si tratti di riunioni di lavoro o di associazioni a cui partecipiamo, succede troppo spesso di uscirne stanchi, frustrati ed insoddisfatti per le dinamiche, spesso conflittuali, aperte o latenti che siano. A maggior ragione se abbiamo in mente un progetto di "abitare collaborativo" non possiamo permetterci di far naufragare il gruppo (e succede in 9 casi su 10) perché, senza rendercene conto, non siamo in grado di gestire serenamente e utilmente questi incontri.
Il terzo laboratorio del nostro percorso affronta proprio questo tema. Ci troviamo a Trento, a Villa S. Ignazio dal 12 al 14 marzo 2021 e, se siete interessati, scriveteci presto, via mail, perché (in ottemperanza alle norme Covid-19) i posti sono limitati.
Potete scaricare QUI la locandina con tutte le informazioni
Newsletter N° 23 luglio-settembre 2020
Diamo alle "comunità intenzionali" un riconoscimento giuridico!
Questo è il grande tema che può agevolare sostanzialmente la nascita e il successo di progetti di ABITARE COLLABORATIVO sia che partano dal basso (con gruppi che già condividono l'intento di abitare in un Cohousing-Ecovillaggio) sia che vengano proposti dalla Pubblica Amministrazione come ottimo esempio di "riqualificazione di immobili pubblici in progetti sociali sostenibili: socialmente, economicamente, energicamente e ambientalmente"
Per agevolare entrambe le direzioni di questi processi ci vuole un quadro di riferimento normativo che sia esemplificativo e facilitante!
Ci vuole quindi una buona legge nazionale che riconosca giuridicamente le comunità intenzionali e le sottragga alla complessità dell'attuale realtà. Ora - chi tenta un progetto - perde facilmente l'entusiasmo a causa della troppa burocrazia a cui deve andare incontro.
Dal DIRE al FARE (cittadinanza attiva): con le Associazioni italiane più rappresentative (RIVE, Rete Italiana Cohousing e Conacreis) abbiamo lavorato ad una proposta di legge che è ora, finalmente in Parlamento.
I contenuti della proposta di legge, scritta a molte mani, data la complessità, è un documento strutturato in 19 articoli a cui ha lavorato un gruppo di esperti in varie discipline: giurisprudenza, economia, sociologia insieme ai fondatori di comunità intenzionali longeve.
In sintesi, ecco l'indice degli articoli:
Art. 1. (Definizione e finalità)
Art. 2. (Progetto e Convivenza)
Art. 3. (Natura giuridica)
Art. 4. (Requisiti per la costituzione)
Art. 5. (Patrimonio e Risorse economiche)
Art. 6. (Comunione dei beni di proprietà e vincolo di destinazione)
Art. 7. (Fondo comune)
Art. 8. (Rapporti con le Pubbliche Amministrazioni)
Art. 9. (Attività comunitarie)
Art. 10. (Rapporto tra gli aderenti e la Comunità)
Art. 11. (Compiti della Comunità)
Art. 12. (Trattamento fiscale)
Art. 13. (Responsabilità verso i terzi)
Art. 14. (Ammissione, recesso e risoluzione rapporti)
Art. 15. (Dati sensibili ed Eredità)
Art. 16. (Gestione dei rifiuti e Impronta ecologica)
Art. 17. (Comunità di abitare collaborativo)
Art. 18. (Promozione delle comunità intenzionali)
Art. 19. (Osservatorio sulle comunità intenzionali)
Non appena il testo depositato in Parlamento verrà reso pubblico, sarà nostra premura pubblicarlo anche qui, con un link al sito istituzionale. Per ora, ringraziamo l'On. Alberto Zolezzi che se ne sta occupando.
Dal CONFLITTO alla COLLABORAZIONE: impariamo a collaborare in modo costruttivo in un laboratorio formativo-esperenziale.
Siamo capaci di affrontare il conflitto evitando che deteriori irreparabilmente le nostre relazioni?
Dall'alto livello di litigiosità a cui assistiamo, continuamente, e in tutti i contesti: famigliare, lavorativo, associativo, mediatico, politico ecc. si direbbe che la "competenza sociale", così utile nelle relazioni, non sia un talento diffuso ma, per fortuna, come altre competenze, quando non è innato può essere appreso.
Un metodo per migliorare le nostre abilità nel stare con gli altri, è frequentare il percorso formativo-esperenziale: "ABC dello STARE INSIEME" ideato e progettato con la Rete nazionale del BuonAbitare. Nel primo laboratorio, fatto insieme ad Eva Lotz (clicca qui per maggiori informazioni N.15 ) , abbiamo imparato uno dei tre fondamentali (A):
A = Ascolto attivo ed empatico e Comunicazione Non Violenta;
B = Benessere relazionale (equivale al saper ben comunicare, affrontare e gestire il conflitto e riuscire a trasformarlo in collaborazione);
C = Consenso (equivale al saper come formulare delle proposte costruttive e prendere decisioni consensuali con metodi appresi nella Facilitazione):
Questo, appena concluso, era il secondo laboratorio. Lo abbiamo fatto insieme ad una delle più esperte formatrici a livello europeo: Lucilla Borio che è, tra le molte cose, co-fondatrice dell'Ecovillaggio Torri Superiore a Ventimiglia, una delle comunità intenzionali residenziali più interessanti della Rete Italiana degli Ecovillaggi. Oramai è chiaro che, per vivere meglio nel futuro che ci aspetta, è importante CREARE COMUNITA' tra persone che hanno l'intento di stare bene insieme. Persone che sappiano sostenersi ma anche divertirsi. Per farlo abbiamo bisogno di apprendere delle competenze sociali e collettive che, ognuno di noi è convinto di possedere ma, la realtà ci insegna invece che non è così.
Dobbiamo ammetterlo, LA GENTE LITIGA troppo spesso e in troppe circostanze perché siamo cresciuti in una società individualista e competitiva. In questi ultimi decenni inoltre, i media, hanno "sdoganato" la conflittualità con programmi, films, intrattenimento ecc. in cui, litigare fa audience e, un pò come nell'antica Roma, ci vuole una arena in cui sfogare la propria rabbia, le frustrazioni e le paure. La violenza verbale è entrata nelle nostre case ed è stata spacciata per normalità. Abbiamo imparato che chi alza la voce e prevarica, si impone e vince. Quello che ora abbiamo bisogno di capire invece è che, in una società divisa e con diseguaglianze sociali e culturali enormi, l'alternativa alla lotta individuale e alla solitudine è soltanto la capacità di condividere con gli altri.
Con Lucilla Borio abbiamo compreso e ci siamo esercitati sulle dinamiche di gruppo: che cosa crea conflitto e perché? Citando Roberto Tecchio, Lucilla ci ha spiegato che "il conflitto è uno stato della relazione caratterizzato dalla presenza di un problema a cui si associa un disagio"
Fare un laboratorio nello stile CLIPS (Community Learning Incubator Programme for Sustainability) è molto diverso dalla tradizionale formazione frontale in cui il formatore/docente spiega e i discenti ascoltano. In un laboratorio formativo-esperenziale si ascolta e poi ci si esercita nella pratica. Si ha l'opportunità di condividere il sapere ma anche il saper-fare e far tesoro delle esperienze accumulate da chi, dagli errori ha imparato a costruire comunità longeve in tutto il mondo.
In sintesi, in un fine settimana intenso ma anche entusiasmante e coinvolgente, abbiamo toccato molti aspetti del conflitto e molte componenti cruciali per la sua gestione. Tra questi:
- l'esistenza del dolore: i diversi approcci dei terapeuti contemporanei;
- affrontare il disagio e disaccordo con strumenti appropriati di navigazione;
- riconoscere il rango e il privilegio;
- gli elementi di base della comunicazione;
- le dinamiche di gruppo: l'obiettivo, il processo e le relazioni (il triangolo dalla collaborazione al conflitto);
- la ristrutturazione cognitiva e il feedback relazionale;
- l'efficacia del Consiglio di Mediazione;
- scrivere "gli Accordi di Base" ed avere una "visione, missione e un piano strategico";
- accenni di processo decisionale e di presentazione di proposte in modo corretto;
- rassegna sui diversi metodi decisionali: a maggioranza, il consenso, l'assenso sociocratico.
- accenni ai Principi della Facilitazione (che saranno oggetto del prossimo laboratorio autunnale).
Grazie alla disponibilità e l'esperienza di Giorgio F. un partecipante, abbiamo potuto creare anche una video-sintesi che, in circa 20 minuti, ricostruisce uno "storytelling dell'esperienza vissuta".
Siamo stati ospiti a Trento, di Villa S. Ignazio, una cooperativa sociale "di tipo A" che prevede la gestione, autonoma o in forma di partenariato con l’ente pubblico, di una pluralità di servizi socio-sanitari-educativi. Un luogo ideale sia per la splendida location che per la sincera accoglienza e la sintonia di valori.
GRAZIE a TUTTI 🙏🤗 e alla prossima 🌈
PS: in particolare un applauso 👏 alla carissima formatrice e al gruppo intergenerazionale che ha partecipato, con persone provenienti anche da lontano. Tutti si sono dichiarati molto soddisfatti sia del luogo che dell'esperienza 😊. Il feedback è stato raccolto, non con un anonimo "questionario di customer satisfaction" ma con il coinvolgente metodo del cerchio.
Vivere in Senior Cohousing invece che in casa di riposo (RSA):è meglio anche ai tempi del COVID-19
In questi mesi l'intera umanità è stata colpita da una pandemia che ci ha colto di sorpresa con contagi molto numerosi, ed il tentativo di ridurne il numero ha destabilizzato moltissime attività. Per quanto riguarda gli effetti sulla salute delle persone anziane purtroppo bisogna riconoscere che abbiamo avuto molti morti nelle RSA, dove grandi e piccoli errori nella gestione degli ospiti e dei dipendenti si sono sommati ed hanno facilitato la diffusione del virus in quegli ambienti.
Quello che abbiamo capito con chiarezza sono i diversi svantaggi delle case di riposo.
Oltre a quelli evidenti e specifici, che sono emersi durante l'emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, includono, più in generale:
1. Costo astronomico.
Secondo il "Cost of Care Survey" (una relazione annuale pubblicata dalla compagnia di assicurazione sulla vita Genworth) le case di riposo sono la forma più costosa di assistenza a lungo termine. Se non si ha abbastanza risparmi e neppure una buona pensione allora dobbiamo affrontare un grosso problema. Nel Senior Cohousing invece i costi sono condivisi così come molti beni e servizi che vengono messi a disposizione negli spazi comuni.
2. Cattiva salute mentale ed emotiva.
Come abbiamo potuto vedere, le case di riposo possono essere molto deprimenti per gli anziani. Lasciare la familiarità e il comfort della nostra casa e trasferirsi in una casa di riposo può portare a sentimenti di perdita, solitudine e isolamento. Gli anziani che abitano nelle case di riposo manifestano sentimenti di isolamento e depressione. Un fattore fondamentale da tener presente inoltre è che, mentre questi anziani che vivono ora in case di riposo appartengono alla generazione che ha vissuto almeno uno dei due conflitti mondiali, le nuove generazioni di anziani sono vissute nel benessere ma, purtroppo, visto tutto quello che sta succedendo, stanno perdendo fiducia ed ottimismo nel riguardo della loro salute e della qualità di vita che li aspetta in futuro. Avere invece la prospettiva di vivere in Senior Cohousing permettere di progettare un invecchiamento insieme alle persone amiche che si vogliono aggregare in "comunità intenzionali" e non convivere con degli sconosciuti come si è obbligati a fare nelle RSA. A supportare le comunità intenzionali nell'apprendere "l'arte del vivere insieme" ora, anche in Italia, ci sono dei facilitatori professionisti e non degli animatori sociali.
3. Perdita di indipendenza.
Una perdita di libertà e indipendenza può indurre gli anziani a perdere la propria autostima perché non hanno più il controllo della propria vita. Inoltre, per molti anziani che devono condividere una stanza, può essere davvero terribile tollerare un altro compagno di stanza. Questo non succede mai nel Senior Cohousing dove si pratica la gestione condivisa e l'abitare collaborativo (spazi di privacy-spazi comuni) e si prendono decisioni con metodi consensuali o sociocratici.
Se state iniziando a riflettere che il Senior Cohousing suona come una meravigliosa alternativa e vivete negli Stati Uniti beh ... potete già trovare l'elenco delle comunità di Senior Cohousing in questa directory (clicca qui).
Non abbiamo al momento statistiche comparabili relative al Senior Cohousing in Italia ma, in Europa e in varie parti del mondo, dove questo modello abitativo per over 50 è già molto diffuso, le informazioni sono davvero incoraggianti😊.
Alcuni Senior Cohousing hanno descritto, con brevi documenti sui loro siti web, le strategie messe in atto per ripararsi dal contagio. E tutto questo si basa sulla stessa struttura abitativa degli edifici. Ci sono parti comuni e parti private, e c’è fiducia e conoscenza reciproca, perciò tutti rispettano le regole. Infatti una "comunità intenzionale" è affiatata ed è in grado di gestire le emergenze rapidamente, efficacemente e, soprattutto in maniera mirata al risultato. Scollegare le RSA dall’attuale farraginosa gestione è una delle lezioni che dovremmo imparare, possibilmente convertendo le RSA in Senior Cohousing là dove possibile.
Vi invito a leggere la risposta di questo Senior cohousing (Usa) alla pandemia.
Tradotta da Google a questo LINK https://translate.google.it/translate?hl=it&sl=auto&tl=it&u=https://www.cohousing.org/living-in-senior-cohousing-in-the-age-of-covid/
ECCO anche il link al testo originale per chi conosce l’inglese.
Come avviare pratiche di "abitare collaborativo" ai tempi del COVID-19:
dal Circolo del BuonAbitare al Cohousing 👍
L'epidemia e la conseguente chiusura delle attività e la severa necessità di praticare l'isolamento ci ha fatto scoprire che siamo tutti più fragili.
Un evento che, improvvisamente, proprio come una bomba, ci ferma da quelle che, fino a qualche settimana fa, ci sembravano essere le cose più necessarie e normali come correre da un posto all'altro per lavorare, portare i figli a scuola, andare a far spesa, andare in palestra, al cinema, a fare visita o accudire i propri genitori ecc. STOP 🛑 ci ritroviamo a casa.
Ma come? Tutto quello che sembrava una routine (per molte/i anche troppo stressante) ora è cancellata? Non per tutti, d'accordo, ma per moltissimi e in tutto il mondo.
Il mondo sta cambiando? SI in molte cose! ORA abbiamo anche l'OPPORTUNITA' di RIFLETTERE se gli effetti di questo cambiamento siano solo negativi come all'apparenza potrebbe sembrare (siamo da settimane bombardati di immagini di morte e di sofferenza).
Molti di noi pensano però, già da molto tempo, che qualcosa doveva succedere per permetterci di riorganizzare le nostre vite. E' successo e non si torna indietro. Fuori è primavera e la natura ci insegna che, comunque, la vita fa il suo corso. Come ci adatteremo?
Quante persone sentono già di aver bisogno di RELAZIONI POSITIVE e soprattutto collaborative. Come sarebbe più piacevole la vita se, invece che isolati (anche come coppia, famiglia) nel nostro appartamento, avessimo nel condominio, nel quartiere, nella prossimità di dove viviamo un luogo dove realizzare attività quotidiane (pranzi, cene, feste, scambi di aiuto, servizi e collaborazione) insieme con altre PERSONE con cui STIAMO BENE INSIEME? Si possiamo organizzare dei CIRCOLI del BuonAbitare e nella prossima Newsletter andremo nei dettagli di COME FARE.
Intanto, con serenità, osserviamo alcune pratiche che, già ora, ai tempi del Covid-19, qualche condominio più solidale ha iniziato ad organizzare
LINK al video trasmesso al TG3 nazionale: Clicca qui.
Come abbiamo descritto nella precedente Newsletter la politica può essere favorevole o meno alla questione dell'abitare collaborativo e, nel M5S abbiamo trovato grande sensibilità, accoglienza e buona volontà di promuovere la questione del COHOUSING.
L'iniziativa è stata infatti ripresa anche a livello nazionale attraverso una rubrica chiamata "storie guerriere" in cui si divulgano le buone pratiche raggiunte da gruppi di cittadini attivi. Ecco quindi narrata la storia
Così abbiamo generato welfare territoriale con il cohousing
a cura di Cinzia Boniatti e del gruppo di lavoro Cohousing del MoVimento 5 Stelle in Trentino:
Questo è il LINK all'articolo originale con video
Abbiamo inoltre continuato il complesso lavoro, già annunciato della News N. 6, di cercare, anche in Parlamento, l'approvazione di una proposta di legge per il riconoscimento giuridico delle comunità intenzionali. Da oltre un anno infatti, ci stiamo confrontando con i principali esponenti delle reti più significative: la Rete Italiana Cohousing, la Rete Italiana Villaggi Ecologici (RIVE), il Coordinamento Nazionale Associazioni e Comunità di Ricerca Etica Interiore Spirituale. Anche la Rete del BuonAbitare è aggiornata sulla proposta. Ora il testo cosi' concordato è arrivato al vaglio di un gruppo di esperti giuristi e, a giorni, verrà inoltrato all'ufficio legale del Parlamento.
Newsletter N° 18 febbraio 2020
Una notizia davvero rilevante è che in Trentino, abbiamo ottenuto l'approvazione dal Consiglio Provinciale, nell'ultima finanziaria, di un emendamento alla LEGGE PROVINCIALE n.15/2005 che disciplina la politica provinciale in tema di edilizia abitativa popolare (case ITEA).
ECCO il TESTO AGGIORNATO con l'inserimento dell'emendamento sul Cohousing
Trascrivo dal Blog del Consigliere Alex Marini in cosa consiste questo emendamento:
In base ad esso la Provincia Autonoma di Trento riconosce ufficialmente una modalità abitativa che prevede la convivenza di più nuclei familiari sotto lo stesso tetto, in modo da far sì che ciascuno possa prendersi cura delle esigenze dell’altro, il cohousing, appunto.
Per molti vivere nella società contemporanea è difficile e frustrante. A causa delle dinamiche economiche, familiari e di invecchiamento tendiamo ad essere sempre più soli, individualità chiuse, estranei circondati da estranei piuttosto che parti attive di comunità che partecipano a percorsi e momenti condivisi. Allo stesso tempo, le persone bisognose, si pensi ad esempio agli anziani soli ma anche ai giovani precari che vorrebbero staccarsi dal nucleo familiare d’origine senza poterselo permettere a causa dei costi, sono in forte aumento.
Il cohousing, che è nato in Scandinavia intorno agli anni ‘70 del secolo scorso, è un modo di abitare e vivere che può aiutare a risolvere queste problematiche. Spazi in cui cittadini diversi per età, esperienze e attività possano convivere facendosi carico gli uni degli altri. Persone sole che trovano compagnia e si possono sentire nuovamente utili. Giovani che ottengono la possibilità di stabilire un proprio nucleo familiare separato da quello di origine a costi sostenibili. Il cohousing è fatto di cose semplici ma preziose, come mangiare in compagnia, l’accudimento dei bambini piccoli mentre si lavora, la manutenzione e la cura di beni e spazi condivisi… tutto questo aiuta a formare comunità che possono ovviare alle criticità insite nella vita quotidiana, a partire dai drammi della solitudine affrontati e sconfitti grazie alla possibilità di un welfare diffuso e generativo.
Mentre in altre Regioni italiane c’è già da tempo (non è proprio così, n.d.a), in Trentino il riconoscimento del cohousing mancava. Lo abbiamo introdotto recentissimamente con un emendamento a mia prima firma inserito nella finanziaria. D’ora in poi in una stessa abitazione potranno convivere più nuclei familiari e per dare soddisfazione a questo punto verrà creata una graduatoria ad hoc dedicata agli inquilini che scelgano di servirsi del cohousing come modalità abitativa. Per essere implementato, il cohousing prenderà una quota dei fondi che ci sono a disposizione per l’edilizia abitativa popolare.
Un ottimo risultato dunque e una vittoria per tutti coloro che credono in un modo di vivere autentico, all’insegna della condivisione e del sostegno reciproco fra gli esseri umani.
19/12/2019: Va aggiunto che se siamo riusciti ad arrivare a questo punto gran parte del merito va alla preziosa opera svolta da Cinzia Boniatti e dal gruppo di lavoro Cohousing del MoVimento 5 Stelle in Trentino. A tal proposito vanno citati anche la consigliera comunale del M5S di Arco Lorenza Colò, il consigliere comunale del M5S a Riva del Garda Andrea Matteotti, Marisa Peddoni, Marisa Biotti e Marina Secchi che hanno lavorato a lungo per diffondere e promuovere la conoscenza del cohousing, contattando amministrazioni comunali ed organizzando serate a tema. Per quanto hanno fatto tutti loro meritano senz’altro un grande ringraziamento!
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Ecco l’emendamento che introduce il cohousing in Trentino:
CLIPS: COMMUNITY LEARNING INCUBATOR PROGRAMME FOR SUSTAINABILITY: come progettare Comunità sostenibili.
L'anno nuovo è iniziato con una full-immersion nel mondo degli eco-villaggi RIVE per partecipare, a Ventimiglia, al IV° livello di CLIPS: l'unico corso di facilitazione pensato per supportare gruppi che hanno l'intenzione di abitare in modo collaborativo sia creando un progetto di COHOUSING che un ECO-VILLAGGIO o, più semplicemente, aprendo un "Circolo del BuonAbitare".
Sono piuttosto orgogliosa di aver partecipato a tutti i corsi organizzati in Italia 😊 e ne confermo l'importanza e la qualità!
Il FACILITATORE di COMUNITA' è una nuova professione che richiede sia una preparazione universitaria (psicologia di comunità e sociologia sono le facoltà più indicate per l'acquisizione del sapere accademico) ma anche una specializzazione pratica. Insieme fanno quel "saper essere" che è un talento riconoscibile in alcuni dei migliori formatori della comunità europea.
Il "saper fare" è una competenza specialistica che si acquisisce solo grazie a corsi appropriati. Anche in Italia ci sono sempre più opportunità di frequentare corsi e workshop per apprendere approcci come: il dragon-dreaming, la sociocrazia, la Comunicazione Non Violenta (CNV) e quella ecologica ed empatica, la gestione del conflitto e la presa di decisioni consensuale ecc.
Tuttavia, conoscere solo alcune di queste metodologie non è sufficiente a facilitare un gruppo che deve accrescere la capacità di abitare insieme serenamente. Nel mondo e in Europa ci sono molte comunità intenzionali longeve. Ecco la mappa per chi fosse curioso di approfondire. Non conoscere questi approcci (tools) e proporsi nel supportare un gruppo a diventare una comunità abitativa intenzionale è davvero poco professionale. Per dirla con Bill Gates: "se la sola cosa che hai è un martello, alla fine ogni problema ti sembrerà un chiodo", così similmente, avere pochi attrezzi nella propria cassetta di facilitatore non aiuta il gruppo ad imparare tutte le qualità e le competenze sociali indispensabili per una serena vita di collaborazione abitativa.
Primi in Italia, Cohousing Trentino Alto Adige insieme al professional Network del BuonAbitare, ha studiato un percorso mirato all'acquisizione (individuale e collettiva) delle competenze sociali che aiutano le persone a trovarsi per affinità, a formare un gruppo capace di crescere insieme e diventare una "Comunità intenzionale abitativa" o un "Circolo del BuonAbitare" che, grazie alla rete relazionale di prossimità, aiuta a migliorare la qualità della vita quotidiana.
VIVERE più a lungo, magari in un luogo confortevole ma, soprattutto, con una BUONA QUALITA' di salute e di relazioni ... è la sfida di questa moderna società. Gli anglosassoni la definiscono "successful ageing" 😊. Ecco un approfondimento scientifico sul tema.
Questi laboratori sono pensati e progettati sia per una crescita personale che per la crescita collettiva. Ecco il Programma 2020
Newsletter N°16 Ottobre-dicembre 2019
Proseguono a Trento gli incontri del "gruppo Sicomoro" che si è ampliato e conta più di trenta partecipanti. Alcuni di loro sono fermamente convinti di andare presto ad abitare insieme, formando una c.d. "comunità abitativa intenzionale" che, come da oltre 40 anni in diversi paesi europei, è considerata un modello abitativo molto pregiato chiamato "cohousing".
Ecco un video che racconta un incontro co-gestito dal gruppo e le attività proposte.
In Italia, va detto, esistono alcune anomalie che rendono ancora piuttosto complessa la realizzazione di progetti di cohousing. Innanzi tutto una certa rigidità nel lasciare l'abitazione di residenza, anche perché, per circa 80% degli italiani, è in proprietà. Molto spesso, infatti, risulta lungo o difficile pensare di vendere il proprio appartamento e trasferirsi altrove per vivere insieme ad un gruppo di amici 😉. Si incontrano anche resistenze culturali, non banali, perché la nostra società è largamente basata su una cultura familistica, paternalistica e patriarcale. Tuttavia è sempre statisticamente più rilevante il numero di persone che hanno scelto di vivere da sole o che hanno formato una famiglia e poi si sono separate e per loro, ad oggi, le proposte abitative non sono affatto adeguate. E' evidente che vivendo dentro un appartamento (lo dice la parola stessa) ci si apparta ma si rischia anche di isolarsi. Se la "privacy" è riconosciuta una grande conquista dei tempi moderni, la solitudine è un fenomeno che porta sempre più a degenerare in malattie psico fisiche invalidanti (depressione, burnout, confusione e disordini mentali di vario genere). La Rete Italiana Cohousing insieme alla Rete Italiana dei Villaggi Ecologici (RIVE) promuove, da diversi anni, nuovi modelli di abitare collaborativo ed ha, recentemente, portato all'attenzione del Parlamento una proposta di legge per il riconoscimento giuridico di queste comunità intenzionali.
Anche in Trentino Alto Adige c'è molto fermento ed interesse per realizzare progetti di cohousing sia privati che agevolati dalla pubblica amministrazione. A tal proposito, in qualità di cittadini attivi, alcuni professionisti hanno promosso iniziative di sensibilizzazione della classe politica con la richiesta di far approvare una normativa provinciale che agevoli la messa a disposizione di immobili per realizzare queste lodevoli iniziative. Noi di Cohousing Trentino Alto Adige ci muoviamo nella direzione di stimolare e supportare, con professionalità, la realizzazione anche complessa di questi modelli abitativi che aiutino, in modo particolare, le persone che si affacciano alla terza età, a dar senso a quella parte della vita che può ancora essere dedicata ad importanti progetti di longevità attiva che garantiscano una miglior qualità di vita e di salute. Senza dimenticare che il cohousing intergenerazionale è ritenuto universalmente il miglior modo di vivere e coabitare perché garantisce la serenità tra generazioni.
A conferma di quanto sia forte il bisogno di incontrarsi con altri, uscire dall'isolamento - anche di coppia - per formare gruppi che condividono interessi, che hanno affinità e voglia di stare insieme, riceviamo sempre più richieste di persone interessate a far parte di un progetto di crescita di comunità (community building) e/o di gestione dei beni comuni. E' però evidente che non per tutti questa volontà si traduce in un vero progetto di "vivere insieme in cohousing". Per i motivi sopra esposti, ci sono persone che vogliono poter continuare a vivere a casa propria senza però rinunciare a frequentarsi periodicamente e progettare insieme un modo di vivere collaborativo. Ecco che, grazie alle competenze di una rete professionale di psicologi, sociologi e facilitatori di comunità è ora possibile, in varie regioni d'Italia e anche in Trentino, partecipare ad incontri formativi per realizzare un progetto di "cohousing diffuso" grazie alla realizzazione di veri e propri Circoli del Buon Abitare.
Cosa è un Circolo del BuonAbitare?
E' un gruppo organizzato formato da almeno tre persone che abitano "in prossimità" ovvero sono abbastanza vicini da potersi supportare reciprocamente. Possono far parte dello stesso condominio o caseggiato, ma anche dello stesso paese o circoscrizione.
Perché formare un Circolo del BuonAbitare?
- per creare una rete solidale di persone con cui coltivare l'amicizia
- per vivere meglio insieme agli altri sentendosi più sicuri
- per non sentirsi più soli ed isolati
- per la voglia di fare delle cene insieme e condividere delle esperienze
- per aiutarsi reciprocamente
- per scambiarsi competenze ma anche utensili, ricette, consigli utili, ecc.
- per organizzare opportunità di svago, una band musicale, gite, viaggi, sport, ecc.
- per organizzarsi e collaborare alla cura e rigenerazione di beni comuni (orti urbani, street-art, ecc.)
Come formare un Circolo del BuonAbitare?
E' semplice. Partecipando alla formazione organizzata in LABORATORI ESPERENZIALI-FORMATIVI
Newsletter N°15 Settembre 2019
ESPERIENZA TRASFORMATIVA: concluso con successo il primo dei 6 laboratori dedicati al "ABC dello stare insieme":
A. La comunicazione ecologica con Eva Lotz
Questo è il primo di una serie di laboratori creati per accompagnare gruppi di persone a realizzare un progetto di Cohousing.
Un gruppo di persone normali, con il proprio vissuto di esperienza, gioia e sofferenza, che si incontra e dedica un intero fine settimana ad imparare insieme come comprendersi meglio. L'ideale e l'intento che accumuna il gruppo è quello di trovare soluzioni ai troppi malesseri che concorrono a non renderci più sereni.
La voglia è quella di andare a vivere insieme in Cohousing ma anche di riuscire a formare un Circolo del BuonAbitare (cohousing diffuso) o più semplicemente migliorare le relazioni con i propri vicini di casa, il coniuge, i figli, i colleghi, gli amici.
Cosa si impara in un laboratorio esperenziale di "Comunicazione ecologica"? A gestire le emozioni negative (rabbia, frustrazione, invidia, rancore, aggressività, ecc.) per dialogare serenamente. Ad ascoltarsi davvero per comprendersi e non fraintendersi. A riconoscere le nostre paure, che sono all'origine di tutti i nostri conflitti (sia interiori che esterni).
Abbiamo potuto praticare l’ascolto profondo quale "strumento per superare/ridurre le inevitabili difficoltà e tragedie della vita”.
Abbiamo compreso l’importanza dell’ascolto attivo ed empatico, quando “troppo spesso si da per scontato che tutti sappiamo ascoltare, ma non è così”. Infatti è una delle molte ragioni della conflittualità nei gruppi, anche di amici.
Abbiamo esercitato strumenti come il dialogo delle voci che, grazie all’esercizio del "Core Quadrant”, ci ha permesso di entrare in contatto profondo con un nostro conflitto e gestire la nostra collera.
Oltre ad ascoltare “positivamente" abbiamo fatto pratica di "Comunicazione ecologica”: come riuscire a formulare un messaggio rispettoso (che ci aiuta a risolvere i conflitti in maniera costruttiva invece di farli esplodere in modo distruttivo) e come esprimere la critica in modo costruttivo.
Poter praticare queste tecniche “insieme” credo sia stata una grande opportunità di crescita personale e di gruppo!
Come ci si sente dopo? TRASFORMATI e con un profondo senso di serenità dato da l'aver compreso come sia possibile gestire e migliorare i nostri rapporti e quindi la qualità della nostra esistenza.
Trascorrere insieme un fine settimana, accompagnati da una grande formatrice, è un lusso che tutti possono permettersi. Uno stacco dalla frenesia e dallo stress del vivere contemporaneo. Dona un benessere psicofisico che migliora la qualità delle nostre relazioni e quindi della vita quotidiana. Il ciclo di questi laboratori esperenziali-formativi prosegue. Per ulteriori informazioni visitate la nostra sezione Formazione.
Hanno partecipato anche persone con il puro intento di crescita personale: "pensavo che abitare in Cohousing avesse a che fare con una casa in comune. Partecipando a questo laboratorio ho capito che il Cohousing è prima di tutto la "comunità intenzionale" che si sta formando: siamo NOI, ora qui INSIEME 💞" (commento di M.G. uno dei partecipanti)
FORMARSI per "STARE BENE INSIEME"
Già ad aprile, con la NewsLetter N°10 Aprile 2019 (scorrere in basso per leggerla) avevamo affrontato uno dei temi più importanti per portare avanti con successo un progetto di abitare collaborativo, condiviso, partecipativo (cohousing, coliving, ecovillaggio e cohousing diffuso).
TUTTI concordano che, affinché un progetto abbia successo, non bastano l'entusiasmo e la determinazione ma sia necessario frequentare un percorso formativo "ad hoc" che, mettendo a disposizione del gruppo tutte le competenze di coloro che hanno (in Europa) realizzato progetti simili, eviti di ripetere quelle criticità che fanno naufragare anche i progetti partiti con le migliori intenzioni.
In collaborazione con HousingLab di Milano avevamo già realizzato un Laboratorio di facilitazione alla crescita personale e di comunità <http://www.housinglab.it/hlab/?p=1453> che ha avuto molto successo e per questo, il 27-8-9 di settembre, lo riproponiamo a Limone sul Garda.
Clicca QUI per i dettagli dell'evento e per ISCRIVERTI manda una mail a <mariapiafranzoi@gmail.com>.
Si tratta di apprendere insieme e divertendosi, grazie a questi laboratori di formazione esperenziale, quello che abbiamo definito "L'ABC dello STARE INSIEME" ovvero i migliori metodi conosciuti affinché ognuno si senta sereno insieme agli altri ma anche che sia consapevole di non creare - con il proprio atteggiamento e/o carattere - ostacoli alla serenità del gruppo.
Ecco un bel gruppo, che si sta consolidando grazie ad incontri conviviali e strutturati e che sarà presto pronto a trasferirsi ad abitare in Cohousing (non appena un immobile viene reso disponibile per il progetto dalla PA, Itea, Coopcasa ecc.). Con loro stiamo sperimentando questa bella esperienza!
Prossimamente divulgheremo tutti i dettagli dell'incontro sia con la Newsletter di settembre che sul nostro gruppo Facebook Cohousing Trentino.
A grande richiesta, abbiamo deciso di aprire questa opportunità a tutti coloro che hanno voglia di migliorare le proprie relazioni personali, famigliari e lavorative e non solo a chi vuole andare ad abitare insieme ad altri e/o formare una comunità abitativa intenzionale di cohousing (o un Ecovillaggio).
Abbiamo infatti incontrato persone che non possono decidere di trasferirsi in Cohousing (magari perché vivono in appartamento di proprietà o sono sposati con un coniuge che non condivide il progetto, ad esempio). C'è però una disponibilità ad imparare come aprire un Circolo del BuonAbitare nel proprio paese, quartiere, condominio ecc. per trovarsi con altri che, in virtù della vicinanza, possono condividere lo stesso desiderio di reciproco supporto tipico dell'abitare collaborativo!
I posti sono limitati in virtù della pre-iscrizione riservata ai gruppi già formati. Se interessati contattateci subito.
IL MONDO POSSIBILE degli ECOVILLAGGI europei (e italiani)
Ho avuto il piacere, l'onore e l'onere di partecipare alla Conferenza Europea degli Ecovillaggi e, a seguire, al Raduno nazionale degli Ecovillaggi italiani (RIVE).
Ho ritrovato molti amici - perché oramai ci sentiamo davvero una grande famiglia - ed ho anche avuto modo di conoscere meglio i protagonisti europei di questo grande movimento che sono le COMUNITA' INTENZIONALI (cohousing ed ecovillaggi) nel mondo.
Per capire meglio questo meraviglioso mondo ed entrare in contatto con i protagonisti di questo importante cambiamento sociale a livello planetario, suggerisco la lettura dell'articolo scritto da Ezio Maisto per "Italiachecambia.org" e che riporto qui in calce per vostra comodità.
Foto con Kosha Anja Joubert (Findhorn) General Director del Global Ecovillage Network (GEN)
Si è conclusa da pochi giorni in Toscana, presso la Comune di Bagnaia, la conferenza GEN EU 2019, il raduno annuale degli ecovillaggi europei. Pace, ecologia e giustizia sociale i temi dell’evento, caratterizzato da un ricco programma di conoscenze e soluzioni in grado di ispirare e rafforzare il cambiamento attraverso azioni coordinate con le altre reti internazionali. Abbiamo intervistato Riccardo De Amici, membro del Consiglio Direttivo di GEN Europa.
Una rivoluzione silenziosa si sta diffondendo nelle aree rurali d’Europa, lontano dai diktat dell’economia tradizionale, per trasformare in maniera virtuosa il nostro pianeta. Individui, famiglie, gruppi di persone si associano in villaggi e comunità più o meno piccole assumendosi la responsabilità di organizzare la proprie vite e il proprio lavoro salvaguardando l’ambiente che li ospita. Le comunità intenzionali sono modelli reali di sostenibilità che si impegnano attivamente nel progresso sociale delle loro bioregioni e ispirano altri individui, famiglie e gruppi a fare lo stesso.
Dopo la Svezia nel 2017 e l’Estonia nel 2018, quest’anno è stata l’Italia ad ospitare l’attesa conferenza europea degli ecovillaggi, ossia il raduno di GEN Europa. L’incontro si è tenuto in Toscana, nel comune di Sovicille (SI), presso la Comune di Bagnaia, lo storico ecovillaggio italiano che lo ha ospitato ed i cui valori di riferimento – pace, ecologia e giustizia sociale – sono stati anche i temi dell’evento.
Fondato nel 1996, il GEN Europa – l’acronimo deriva da Global Ecovillage Network – è la rete europea degli ecovillaggi e delle comunità sostenibili. La sua missione è da sempre quella di sostenere e mettere in rete le esperienze di comunità intenzionali esistenti nel Vecchio Continente, incoraggiare lo sviluppo degli ecovillaggi e dei nuovi progetti comunitari, supportando la diffusione di un modello educativo e di sensibilizzazione incentrato sulla sostenibilità.
Oggi le comunità esistenti rappresentano un prototipo di riorganizzazione sociale, fungendo sempre più da stimolo anche fra gli abitanti delle aree urbane, per preparare una riconversione ecologica non più procrastinabile.
L’evidenza di queste esperienze, difatti, insegna che è possibile:
1) ridurre drasticamente l’impatto ecologico delle attività umane senza rinunciare alle comodità e, anzi, incrementando quelle più essenziali a scapito di bisogni inutili o addirittura dannosi;
2) riattivare le economie regionali e i cicli energetici diminuendo la pressione sulle città e sulle risorse naturali, sviluppando autosufficienza;
3) compensare i danni della globalizzazione;
4) integrare saperi tradizionali e innovazioni nella produzione di cibo e di energia, nel trattamento dell’acqua e dei rifiuti, nelle tecniche architettoniche;
5) riformare i processi decisionali e partecipativi.
Gli ecovillaggi, difatti, arricchiscono i loro territori di riferimento con lo sviluppo di attività imprenditoriali dalla forte valenza ecologica, in grado di produrre lavoro senza sfruttamento, trasmissione di saperi, diffusione di monete alternative. Tutti elementi in grado di attrarre altre persone che hanno deciso di vivere in maniera più consapevole; tutti strumenti in grado di combattere lo spopolamento e l’impoverimento delle zone rurali.
La Conferenza Europea degli Ecovillaggi è un evento annuale co-creato, il cui programma raccoglie la saggezza non solo delle singole comunità associate, ma anche delle reti affini – la rete della transizione, della permacultura, del co-housing, ecc. – e si prefigge lo scopo di elaborare, assieme, politiche condivise da proporre alle istituzioni europee sul versante della riduzione delle emissioni e più in generale su quello della sostenibilità delle attività dell’uomo.
Durante il raduno sono state dunque condivise esperienze e conoscenze in grado di ispirare un cambiamento duraturo non soltanto all’interno, ma anche fuori dal mondo degli ecovillaggi. Non è un caso che GEN sia membro fondatore di Ecolise, il network che raccoglie le reti internazionali del cambiamento – fra cui quelle già citate – e che sia da anni presente alle conferenze internazionali sul clima.
Il GEN Europa fa parte del Global Ecovillage Network (GEN), la rete mondiale in continua espansione che raggruppa migliaia di comunità e iniziative presenti oggi in 26 diversi paesi attraverso cinque reti continentali – CASA per l’America Latina, GENOA per Asia e Oceania, GENNA per USA e Canada e GEN Africa – e le diverse reti nazionali.
Fra le reti nazionali c’è anche la RIVE-Rete Italiana Villaggi Ecologici, che è co-organizzatore dell’evento europeo e che ha riunito gli ecovillaggi italiani per il proprio annuale raduno subito dopo la fine del raduno GEN, sempre alla Comune di Bagnaia. Italia Che Cambia ha seguito sia il raduno europeo che quello italiano e, dopo le ferie estive, pubblicherà alcune video-interviste agli ecovillaggi protagonisti di entrambi gli eventi.
Ecco il link al testo originale dove potete anche ascoltare l'intervista al caro Riccardo De Amici, un brillante attivista e protagonista di questo importante cambiamento oltrechè membro del Direttivo Europeo del GEN
IL FUTURO dell'ABITARE - Bolzano, sabato 25/5/19
La sessione finale del Congresso biennale dell'ordine degli architetti a Bolzano si è conclusa con un interessante dibattito a cui ho partecipato insieme ad Enrico Bramerini e ad altri esponenti politici ed esperti tecnici.
Vorrei fare un particolare ringraziamento all'architetto Itta Maurer per averci introdotto nell'interessante mondo altoatesino 😊.
Dal dibattito articolato e ben introdotto dal moderatore Rudi Zancan, è emerso con evidenza che il futuro sarà caratterizzato da un abitare collaborativo e tra le varie forme quella del COHOUSING è senz'altro la più interessante. Il tema del futuro (ribadito, nel suo workshop, anche dal famoso architetto Andrea Boschetti di Metrogramma) è passare dal concetto di CASA a quello di ABITARE: la casa come luogo di relazioni dove si custodisce il benessere per se e per le persone care. Il futuro è sharing (condivisione).
Anche nella versione dei nuovi modelli abitativi disegnati per persone > 55 che hanno piacere e voglia di occuparsi del proprio destino nella parte della vita destinata alla valorizzazione delle esperienze e, perché no, anche dei proprio talenti. La solitudine, che caratterizza una buona parte delle persone nella terza età, è una caratteristica che può generare problemi sanitari e sociali anche molto rilevanti. Tuttavia, c'è che invece, insieme ad un gruppo di amici e di persone scelte per affinità, crea, con il supporto di un "facilitatore", una bella compagnia di persone (c.d. "comunità intenzionale") e con l'aiuto dell'architetto, da forma alla creatività del gruppo, progettando insieme gli spazi interni/esterni dove poter godere di momenti di piacevole socievolezza, sul modello del Senior Cohousing. E' un modello abitativo che in tutto il mondo viene considerato il più desiderabile modo di vivere in benessere la terza età!
Dal pubblico sono arrivate anche domande su come la pubblica amministrazione dovrebbe supportare persone che vogliono vivere insieme, magari in un ECOVILLAGGIO, con belle abitazioni in legno, dove sentirsi al sicuro e avere un pò di privacy ma anche con una casa comune, dove poter condividere insieme i pasti e dei piacevoli momenti di relax (danzare, cantare, guardare films, organizzarsi delle gite, fare insieme l'orto, ecc.) per aiutarsi in caso di piccole manutenzioni, di scambio di utensili, di reciproco sostegno per problemi non gravi e per coltivare amicizie all'insegna della fiducia e del supporto reciproco. Questi gruppi di persone non chiedono molto alla politica: un terreno su cui realizzare il loro sogno ed essere supportati nelle procedure burocratiche che possono essere, troppo spesso, difficili. Certo che la pubblica amministrazione potrebbe fare una politica abitativa che agevoli, anche le persone meno abbienti, a realizzare quello che è il più necessario dei bisogni umani: abitare in un luogo confortevole con accanto persone e relazioni positive.
Da molte parti in Europa ma anche in Italia, i Sindaci mettono a disposizione "in comodato d'uso gratuito" degli immobili per progetti di utilità sociale com'è il SOCIAL-COHOUSING. In alcuni casi come quello recentemente visto su Rai3, nel Comune di Rubiera, c'è chi davvero si preoccupa dei propri cittadini aiutandoli a combattere il carovita e, oltre a dare l'immobile, cerca fondi per la ristrutturazione (bandi europei, nazionali e regionali) per permettere alle persone di vedere il futuro con serenità e non come una minaccia.
Il futuro dell'abitare è collaborativo anche tra cittadini, pubblica amministrazione e Sindaci per creare modelli abitativi più umani e alla portata di tutti.
NewsLetter N°11 Maggio 2019
TAMERA in PORTOGALLO: un eco-villaggio che va oltre!
Era da molto tempo che volevo farlo. Visitare Tamera, in Portogallo: uno degli ecovillaggi più famoso in Europa!
L'idea parte dalla voglia di per capire se, tra qualche anno, quando sarò più libera dal mio lavoro, avrò la possibilità di scambiare con loro (magari vivendo li per alcuni mesi) la mia esperienza di sociologa, ricercatrice e facilitatrice di comunità per apprendere il loro modello di innovazione sociale ed ambientale di cui avevo tanto sentito parlare, nella RIVE, dai fondatori dei più conosciuti eco-villaggi italiani ma anche da chi aveva avuto l’opportunità di fare con loro una esperienza di volontariato o frequentare uno dei loro corsi di formazione.
Ho avuto finalmente l’opportunità, a Pasqua, andando a trovare mio figlio Andrea che si è trasferito, per lavoro, a vivere a Lisbona.
A Tamera (2 ore e mezza di auto, a sud, di Lisbona) era previsto il primo “open day” dell’anno e così, il 27 aprile, 2019 anch’io, insieme ad una cinquantina di altri visitatori, ero lì insieme a Dara e Sam (nella foto) che vivono lì rispettivamente da 7 anni e 1 anno.
Insieme, gratificati da una splendida giornata di sole, abbiamo potuto vedere, sentire, cogliere i profumi e percepire le sensazioni di cosa significhi vivere una dimensione diversa e distante da quella "urbana e spesso stressata" in cui siamo ormai abituati a vivere noi occidentali. Questo è lo stile di vita e l'esperienza di una delle più grandi e longeve “comunità intenzionali” esistenti in Europa: in Portogallo (dal 1995) ma ancor prima in Germania (dal 1978).
La loro visione la traduco direttamente dal quanto scritto nel loro sito:
“Tamera è un centro olistico di ricerca e formazione per la pace, in cui circa 200 persone lavorano, studiano e vivono con un patto di “sacra alleanza”. Basato su un progetto di “biotopi di guarigione” - una strategia globale per la pace - stiamo costruendo un modello realistico e alternativo per un futuro senza guerra. Il progetto è iniziato in Germania nel 1978 e si è trasferito in Portogallo nel 1995.
La nostra visione è di dare vita a “ Terra Nova” - un mondo oltre la guerra - grazie alla costruzione di questi biotopi di guarigione (Healing Biotopes). Con "Healing Biotopes" ci riferiamo a delle speciali "aree di ricerca e apprendimento sperimentali" che catalizzano l'emergere di una cultura planetaria libera dalla violenza dove poter sviluppare una visione per abitare questo pianeta, basata sulla cooperazione e sulla fiducia. Attraverso esempi vissuti e stabilendo un quadro olistico etico, sociale, spirituale, sessuale, ecologico ed economico, dimostriamo come le comunità intenzionali, decentralizzate e autonome, possono fiorire in tutto il mondo. Le principali aree di ricerca includono:
costruire comunità, amore e sessualità, collaborazione e gestione del conflitto, auto-cambiamento e guarigione della nostra coscienza, crescita ed educazione dei bambini, cooperazione con animali e con tutti gli esseri, ripristinare un approccio di vita vicino alla natura, creare una nuova economia, l'autonomia decentralizzata e rigenerativa nelle risorse: acqua, energia e cibo, ecc.
Altresì, riprendo dal loro sito, la dichiarazione di intento del co-fondatore Dieter Duhm, sociologo e psicoanalista che, insieme a Sabine Lichtenfels, nominata per il premio Nobel per la pace, (nella foto che segue) e ad altri soci, è autore di molti libri:
"Riteniamo cruciale per il successo dei Centri come il nostro non tanto la dimensione ma piuttosto quanto possano essere completi e complessi e quanti elementi della vita si possano combinare ed unire bene in essi. L’evoluzione, in tutti questi diversi aspetti del vivere, non si sviluppa secondo la "sopravvivenza del più adatto", ma grazie al successo del più completo. Nessun nuovo sviluppo potrebbe avanzare visto che tutti i progetti iniziano piccoli e poco appariscenti".
I valori etici su cui è fondata la comunità di Tamera sono anch'essi dichiarati nel loro sito: "essere trasparenti e sinceri, mutualmente supportivi, responsabilmente partecipativi, affidabili e avere rispetto e cura della Terra e di tutti gli esseri".
Tamera è un eco-villaggio ma è anche un centro olistico di ricerca e formazione ed è una comunità intenzionale in cui non ci sono obblighi religiosi o ideologici. Tuttavia, esiste una direzione comune, che conferisce al luogo un suo carattere spirituale.
Quello che Dara e Sam cercano di trasmetterci, durante la visita, non è solo informazione ma è anche la loro gioia di essere parte di un nuovo modo di pensare, il loro rispetto per tutto il creato e la solidarietà con tutti i suoi esseri, l’onestà nelle relazioni, la ricerca della verità nell'amore e la trasparenza che caratterizza le relazione nella comunità.
E’ il loro “saper essere” oltre al loro “saper fare” che ci piace e ci coinvolge. Quando arriviamo al loro Centro chiamato “solar test field”, davanti alla cucina ad energia solare e a biogas, ammettono di poter dare spiegazioni scientifiche limitate (ma se siete esperti ed interessati potete comunque rintracciarle sul loro sito). Loro ci trasmettono l'entusiasmo semplice di quanto sia bello riuscire a cucinare per 60-80 persone con l’uso esclusivo di energie rinnovabili e quanto sia buono il loro cibo così preparato (slurp 😋).
Durante la passeggiata che ha interessato solo una piccola parte della superficie del loro territorio - che si estende per circa 330 acri (130 ettari, circa) - a coloro che avevano bisogno del gabinetto, offrivano l’opportunità di sperimentare la “composting toilet” o “dry toilet” che è un gabinetto, a forma tradizionale, dove non viene usata l’acqua ma della segatura per coprire gli escrementi. Inizialmente è difficile (soprattutto per le donne) trattenere il rilascio, contemporaneo, delle urine. Per queste c’è una sorta di bidét. Il vantaggio di questo approccio è che non serve realizzare un impianto fognario ma tutto viene riciclato e diventa, dopo meno di un anno, concime fruibile per l’agricoltura.
Abbiamo poi visitato alcuni dei loro laghi artificiali, creati da un famoso permacultore austriaco, che grazie ad un ben riuscito progetto di “water retention landscape” è riuscito a garantire il 100% del fabbisogno idrico del villaggio, inclusa una bella piscina naturale dove ospiti e residenti possono godere del piacere di fare il bagno e nuotare, senza problemi di restrizioni d’acqua.
A Tamera utilizzano i principi di progettazione della permacultura sia nei lavori di ecologia che di tecnologia energetica per creare modelli in cui sperimentare la sovranità alimentare e la salvaguardia dei semi regionali (seed saving bank) anche se non riescono ancora ad essere autosufficienti nella produzione agricola. Per mantenere il loro ciclo alimentare, prevalentemente vegetariano (e vegano), hanno fatto accordi con produttori biologici e agricoltori locali che garantiscono l’approvvigionamento in tutte le stagioni, anche quando da Maggio ad Ottobre, il Centro accoglie centinaia di corsisti e volontari da tutto il mondo.
L’attività di formazione è infatti quella che permette loro di coprire il 60% dei costi che si aggirano attorno ad 1 milione di euro all’anno. Abitare e vivere a Tamera, da un nostro rapido calcolo, costa attorno ai 6,700 euro all’anno, ovvero circa 560 euro al mese che, se confrontato con i dati Istat, è un costo inferiore alla nostra "soglia di povertà" che, in Italia, si aggira sui 640 euro.
Questo significa che si può vivere bene, in serenità ed armonia, lavorando circa 4 ore al giorno (questa è la media di contributo lavorativo richiesto agli abitanti) e dedicandosi alle relazioni, alla spiritualità e alla cura dell’ambiente per buona parte della propria esistenza.
Il loro obiettivo è comunque quello di arrivare ad una economia comunitaria autosufficiente basata su valori come la fiducia reciproca e l’economia del dono.
Molte persone, da tutto il mondo, partecipano ai corsi residenziali e on-line organizzati sia da alcuni soci fondatori che da formatori e facilitatori di fama internazionale. Ecco alcuni esempi dei corsi che si tengono regolarmente a Tamera e che ho tradotto dal loro sito:
Brevi corsi sul posto: la nostra settimana di introduzione offre una panoramica completa su Tamera, su come funzionano i “biotopi di guarigione”, sulla costruzione della comunità e sull’attività di “peaceworkglobale”.
Seminari specifici: sull'amore, sull'arte, sulla cooperazione con tutti gli esseri viventi, entrare nella "matrice sacra" e corsi di contatto con i cavalli. La durata varia da 4 a 10 giorni.
Programma Studenti sui “biotopi di guarigione”: un percorso educativo, a lungo termine, realizzato su tre cicli per coloro che cercano di essere parte attiva nel cambiamento del sistema globale, concentrandosi sulle qualità sociali, spirituali e intellettuali necessarie per comprendere a fondo “i biotopi di guarigione” ed essere in grado di servire il mondo come “operatore di pace”.
Global Love School: un programma pluriennale per leader invitati e per partner sulla capacità di guarigione dell'amore sia a livello personale che globale. I partecipanti sono già consapevoli che l’approccio di guarigione attraverso l’amore è davvero duraturo e capace di una profonda trasformazione umana della società.
A conclusione del mio racconto posso affermare che la loro longevità dimostra che questa non è un utopia ma è uno stile di vita realizzabile e che non è mai troppo tardi per imparare a stare insieme serenamente e mettere a disposizione degli altri i nostri talenti.
Ringrazio ancora e saluto caramente Dara, Sam, Joel (thank you 💞) e tutti coloro che, insieme a Winand, abbiamo avuto il piacere di incontrare a Tamera.
Per approfondimenti, se conoscete l’inglese, il tedesco o il portoghese raccomando la visita del loro sito https://www.tamera.org. Per visitarli o chiedere informazioni per partecipare ai loro corsi ecco l’indirizzo mail: office@tamera.org
PS: se li contattate mi fa piacere se menzionate che avete avuto lo spunto leggendo questa breve relazione della mia visita. Cinzia Boniatti
NewsLetter N°10 Aprile 2019
Si susseguono sul territorio incontri e serate di divulgazione sui nuovi modelli abitativi come il Cohousing e, partecipando, mi rendo conto che il percorso è talmente nuovo da sembrare difficile. Allora provo a riproporre un mio intervento, che era stato pubblicato nel 2017 da Housinglab di Milano e che spero possa far riflettere ma anche indirizzare nella giusta direzione un progetto di Cohousing.
Sentiamo che vorremmo vivere in un altro modo. L’intuizione ci suggerisce che sarebbe bello abitare con persone che scegliamo, con cui ci troviamo bene.
Poi il pensiero ci dirotta verso l’ultima volta passata insieme a quelli che definiamo i nostri migliori amici e ci affiorano delle sensazioni strane e contraddittorie del tipo: “si con Marco ci vado d’accordo ma sua moglie è davvero antipatica” ; oppure: “ Luisa è simpatica ma… non ci si può fidare”; “con Luca anche l’ultima volta abbiamo avuto una discussione interminabile e alla fine vuole sempre aver ragione”, ecc.
Che fatica stare insieme!
“Si mi piacerebbe vivere in una casa con tante persone intorno con cui organizzarmi e non sentirmi solo ma …. non credo che riuscirei a sopportarli per troppo tempo”.
Ecco a cosa serve un PERCORSO DI FORMAZIONE che alterna momenti di apprendimento degli strumenti tradizionali per una buona convivenza già elaborati da CLIPS (il più rilevante incubatore europeo di apprendimento collettivo alla sostenibilità delle comunità intenzionali) con momenti esperenziali come i Laboratori di facilitazione alla crescita personale e di comunità. Serve a sintonizzarci e a trovare i modi per durare a lungo nella vita insieme in un cohousing e in qualsiasi gruppo!
Quando nasce l’idea di “andare a vivere insieme” c’è molto entusiasmo e siamo perciò disposti a sottostimare i malumori o i comportamenti disturbanti dei compagni di viaggio con cui vogliamo fare il percorso che ci porterà a vivere insieme.
Come nel migliore degli innamoramenti: i difetti del nostro partner li vediamo anni dopo …. tardi, accidenti: c’eravamo tanto amati!
E allora come provare a evitare che questo accada con i nostri futuri vicini di casa?
Dobbiamo tutti imparare insieme alcune regole di comportamento per evitare o arginare la conflittualità, per riconoscerla e gestirla. I conflitti non affrontati e irrisolti, nel lungo periodo, potranno minare la serenità anche delle comunità nate sotto i migliori auspici.
In un "Laboratorio di facilitazione" si vive l’esperienza di percepire le persone che non conosciamo nella maniera corretta. Impariamo ad abbassare la barriera del pre-giudizio, ad ascoltare veramente l’altro con sincero e profondo rispetto, a liberarci da inibizioni e timidezze, a sentire che ci possiamo fidare e che i sogni che abbiamo coltivato sono condivisi e possiamo insieme realizzarli.
Magia? SI, ma anche NO… Tutti abbiamo il “nostro carattere” e, chi più chi meno, abbiamo anche delle abilità sociali. Le tecniche e i metodi di facilitazione, sperimentati in culture diverse, sviluppano le nostre capacità relazionali e sociali e ci abilitano a comunicare le idee, i nostri sentimenti, le preoccupazioni senza offendere qualcuno o essere aggressivo (Comunicazione Non Violenta). Si può imparare ad esporre con chiarezza le proprie opinioni e anche a fare interventi in tempi ragionevoli, ad esprimere emozioni senza usare le parole (o le parolacce), avere rispetto e considerazione per le opinione diverse dalla mia (ascolto empatico). Molto importante è saper prendere delle decisioni in modo consensuale evitando che si formino minoranze infastidite e boicottanti. ecc.
Perché è importante impararle in un Laboratorio esperienziale?
Se tutti sperimentiamo insieme le regole e l’ABC dello stare insieme, ci trasformiamo insieme e siamo in grado di praticarle nella nostra vita quotidiana di comunità (e non solo). Tutte le relazioni anche esterne alla nostra comunità ne avranno un gran beneficio.
Successivamente, con approfondimenti e con l’aiuto di facilitatori esperti, potremmo accrescere la conoscenza e la competenza sull’uso di questi metodi e trascorrere insieme dei bei momenti divertendoci!
Il tempo del lupo solitario è finito. Raduniamoci!
COME REALIZZARE UN PROGETTO di COHOUSING?
Nel mese di Marzo sono successe molte cose significative. Tra queste, alcuni incontri promossi a Rovereto dal progetto Oikos. Con loro sto seguendo l'avvio di un progetto di Cohousing in collaborazione con la pubblica amministrazione. Maggiori informazioni sono rintracciabili sulla pagina FB Cohousing Trentino.
Per mettere a fuoco come realizzare un progetto di Cohousing ben riuscito e quali siano i professionisti e gli strumenti necessari, HousingLab ha organizzato un evento a Milano.
Ci siamo incontrati con professionisti, da tutta Italia, che hanno realizzato progetti diversi di Cohousing. L'intento che ci ha riuniti è stato quello di avviare la costruzione di una rete professionale che possa collaborare e sostenere gruppi di cittadini, amministrazioni, progettisti, cooperative edili ecc. che vogliono intraprendere, con successo, un vero progetto di Cohousing. Tutto ciò in virtù delle competenze acquisite nei vari ruoli professionali necessari per realizzare un progetto di Cohousing virtuoso e degno di essere così definito.
Premesso che, in Italia si chiamano erroneamente "cohousing" una vasta gamma di forme di "abitare collaborativo" come: i condomini solidali, le residenze protette per anziani, i co-living temporanei per giovani ecc. va subito segnalato che non è facile fare un Cohousing e, come sappiamo dalla letteratura internazionale, su 10 gruppi che partono senza l'aiuto di professionisti, ben 9 non arrivano alla fine del progetto!
Ma quali sono le professionalità necessarie ad un progetto di Cohousing?
a) un facilitatore di comunità che abbia le competenze professionali per supportare l'avvio del gruppo e il passaggio delicato che porta il gruppo a diventare una "comunità intenzionale". E' fondamentale imparare e condividere insieme la non scontata "arte del vivere insieme". Fare un apposito percorso formativo aiuta a conoscersi meglio creando così un benessere abitativo che fa la differenza quando il gruppo sarà pronto per abitare insieme. Ecco solo alcuni esempi di competenze sociali che si possono apprendere: la capacità di prendere decisioni condivise; il lavorare in gruppi facendo riunioni proficue e piacevoli; la comunicazione non violenta/ecologica; la capacità di esercitare l'ascolto empatico; la relazione di aiuto reciproco e collaborativo; la prevenzione e la gestione dei conflitti; ecc.
b) un progettista, architetto o service designer competente in "design partecipato e sostenibile" che accompagni il gruppo di cohousers alla realizzazione di un progetto articolato tra spazi privati (privacy) e spazi condivisi;
c) un costruttore etico (non speculativo) di residenze sostenibili (energicamente e ambientalmente) capace di rigenerare immobili (riuso del patrimonio edilizio pubblico e privato) in grado di concepire un progetto di "immobili finalizzati all'abitare collaborativo", con spazi privati e spazi condivisi, interni ed esterni, come ad esempio: Residenze Smart a Lainate ma anche un villaggio residenziale in cohousing intergenerazionale come, ad Amsterdam, il famoso "Vrijburcht CPO";
Inoltre può essere molto utile l'esperienza di una cooperativa edilizia formata dal gruppo di cittadini che intende costruire la casa di proprietà ad un prezzo conveniente e con un progetto eco-sostenibile come, a titolo esemplificativo: Le Case Franche a Forlì, Ecosol a Fidenza, Solidaria a Ferrara, Rivitabitare a Biella, ecc.
E' evidente che parliamo di approcci innovativi e di professioni nuove e non disponibili in tutte le regioni italiane. Da qui la necessità di creare una rete nazionale di professionisti che hanno imparato a lavorare concretamente sia per realizzare un progetto di Cohousing che un progetto di Eco-villaggio (ne parleremo più avanti). Un primo passo verso questa rete, è stato fatto da HousingLab, per connettere tra loro varie competenze con un gruppo FB chiuso e dedicato.
Insieme stiamo condividendo strumenti e conoscenze (sharing economy) per agevolare il nascente mercato dell'edilizia abitativa collaborativa.
Infine, ma non meno importanti, ci sono tutte le competenze professionali all'interno di una buona pubblica amministrazione collaborativa ed evoluta nella gestione del bene comune. Dove la pubblica amministrazione è virtuosa si possono avviare politiche abitative orientate al Cohousing in grado di rigenerare quartieri, immobili e terreni in disuso, ecc. Altresì giovano molto allo sviluppo di un progetto all'avanguardia le Fondazioni Filantropiche.
COME CHIEDERE al Sindaco del proprio Comune la messa a disposizione di un immobile (in comodato d'uso gratuito o in affitto calmierato) per la realizzazione di un progetto di COHOUSING?
La PETIZIONE comunale è una domanda scritta rivolta al Sindaco da un certo numero di persone aventi diritto. E' un semplice strumento di democrazia diretta che permette ai cittadini di attivarsi. Ogni comune ha un proprio Statuto ed un proprio Regolamento che stabiliscono la procedura e il numero di firme necessarie. Ecco, ad esempio, quello in vigore nel Comune di Trento. Raccolte le firme necessarie si presenta al Sindaco. Il primo firmatario è l'interlocutore dell'Amministrazione comunale.
Noi di Cohousing Trentino, per rendere più agevole l'attivazione della procedura, abbiamo predisposto un Fac-simile di PETIZIONE. E' questo documento, in formato .doc, che può essere scaricato e compilato (nelle parti in rosso) con i riferimenti al proprio Comune. Clicca qui per scaricarlo: LINK
Teneteci al corrente, sulla nostra pagina FB, Cohousing Trentino, quando avete presentato la vostra petizione!
Si è svolto l'incontro ad Arco in cui, grazie alla collaborazione di cittadini attivi e consapevoli, sono state raccolte le firme necessarie alla presentazione di due petizioni rivolte rispettivamente al Sindaco di Arco e di Riva del Garda. Si chiede loro la messa a disposizione di immobili per realizzare progetti di Cohousing, sulla scia della procedura adottata a Rovereto e analogamente all'ordine del giorno approvato dalla Giunta comunale di Trento per "SPERIMENTARE E PROMUOVERE I PROGETTI DI COABITAZIONE SOLIDALE (CO-HOUSING) A TRENTO".
Ecco un breve resoconto filmato dell'incontro ad Arco. LINK
L'evento rilevante di questo primo mese dell'anno è stato il Raduno Nazionale della Rete dell'Abitare Collaborativo. Ci siamo incontrati a Bologna il 27 gennaio ospiti del Cohousing Porto 15.
Dopo più di un anno la Rete si ritrova, più numerosa che mai. Un gruppo intergenerazionale di quaranta persone, si è dato appuntamento presso il cohousing Porto15, a due passi dal centro di Bologna, per fare il “punto della situazione” dei progetti in Italia.
A fare un resoconto dell'incontro, oltre che a facilitare l'evento, è puntualmente Francesca Guidotti che pubblica sulla Rivista Terranuova.it questo interessante articolo. LINK all'articolo.
Dall'incontro sono nate esigenze operative ed organizzative. Ci siamo strutturati in Gruppi di Lavoro con vari intenti. Come Cohousing Trentino, vista l'esperienza che abbiamo accumulato nel dialogo con la Pubblica Amministrazione ci siamo proposti di guidare il GdL sulla revisione della proposta di legge n 2250 nell'intento di riconoscere giuridicamente la realtà di fatto definita come "comunità intenzionale" e di definire una procedura agevolata adatta a tutte le "comunità intenzionali" che intendano chiedere al Sindaco del proprio Comune un immobile in comodato d'uso gratuito per realizzare un progetto di "abitare collaborativo" (in cohousing e/o Ecovillaggio).
NewsLetter N°5 del 31 Dicembre 2018
CLIPS: la cassetta degli attrezzi per comunità intenzionali
Tratto dall'articolo di Francesca Guidotti, pubblicato su Terranuova.it https://www.terranuova.it/News/Ecovillaggi-e-cohousing/CLIPS-la-cassetta-degli-attrezzi-per-comunita-intenzionali
Sono molto soddisfatta di aver partecipato anche alla terza edizione di CLIPS (presso l'eco-villaggio Torri Superiore (http://www.torri-superiore.org).
Cos'è CLIPS (Community Learning Incubator Programme for Sustainability)?
E' soprattutto un incubatrice di progetti sostenibili di abitare collaborativo. E' un progetto formativo che, grazie ad un finanziamento europeo relativo al programma Erasmus+, dell'UE (ora rifinanziato) ha reso possibile il trasferimento dell'esperienza di nove ecovillaggi (considerati tra le comunità intenzionali più longeve in Europa) grazie alla volontà dei loro più significativi rappresentati e all'acquisita capacità e competenza nelle complesse dinamiche della "facilitazione".
Perché serve partecipare ad un percorso formativo che ha come obiettivo la diffusione della "cultura del vivere insieme"? Soprattutto per imparare ad evitare e/o gestire errori, disagi e conflitti che normalmente insorgono dal relazionarsi con molte persone: anche quando un gruppo nasce nelle migliori intenzioni di stare insieme in armonia.
Diamo infatti per scontato che sia facile. NON LO E' e lo vediamo nella nostra vita di tutti i giorni (al lavoro, con i vicini di casa, nei gruppi che frequentiamo). Ma è senz'altro possibile perché le tante comunità esistenti nel mondo lo dimostrano. Basta non sottovalutare il percorso di creazione di una "comunità intenzionale" e farsi aiutare da FACILITATORI professionisti.
Dopo anni che studio, visito e frequento il mondo internazionale dell' ABITARE COLLABORATIVO posso affermare con certezza che:
PER AVVIARE E SOSTENERE UN PROGETTO DI COHOUSING - parallelamente alla "progettazione partecipata" dell'edificio in cui andare a vivere - VA ATTIVATO UN PERCORSO DI FORMAZIONE per aiutare i futuri co-abitanti ad affrontare quello che può essere il più bel percorso di crescita personale e di gruppo che si possa vivere!
NewsLetter N°4 del 30 Novembre 2018
Il Cohousing è nato nei paesi scandinavi già negli anni 60. Le motivazioni più rilevanti sono quelle ben note di: arginare fenomeni di isolamento e di sostenere la dimensione della solidarietà e del reciproco aiuto anche in contesti non familiari ma di "comunità intenzionali. In queste società, infatti, non si coltiva l'aspettativa (a volte, in Italia, la "pretesa") di ricevere assistenza ed accudimento nella fase della così detta "terza età", esclusivamente nella sfera dei legami di sangue. Per questo hanno concepito, molto prima di noi italiani, dei modelli alternativi di "abitare collaborativo" in cui le persone si organizzano per trascorrere al meglio, con i propri amici, la parte finale della propria esistenza, sollevando così i propri figli da un compito impegnativo come l'accudimento dell'anziano.
Quello che forse non tutti sanno è che in Svezia, ad esempio, il Cohousing è davvero molto diffuso: è anche agevolato e sostenuto dalle politiche abitative che si prendono cura di garantire ai propri cittadini una buona qualità di vita. Come come mostra questa mappa e come ci spiega questa interessante relazione.
Non esattamente ciò che sta succedendo da noi, oramai da molto tempo, dove si continua ad esasperare il "welfare familiare" che grava soprattutto sul genere femminile e ad ignorare la povertà e la solitudine così diffusa negli anziani:
NewsLetter N°3 del 26 Novembre 2018
Serata informativa e di confronto su alcuni temi chiave relativi all'acquisto ed alla vendita della casa (ingresso libero).
NewsLetter N°2 del 23 Novembre 2018
Conferenza sull'abitare collaborativo con Cinzia Boniatti
Venerdì 23 novembre 2018 dalle ore 20:00 alle 23:00
Centro Kushi Ling
Via Alle Fontane, 44 Loc. Laghel, 38062 Arco (Italia)
Questa serata informativa sui progetti del cohousing darà l'opportunità a soci e amici del Kushi Ling di conoscere forme alternative per vivere e di creare eventualmente un gruppo per continuare l'esplorazione di queste tematiche.
Il pensiero alla base di questa iniziativa è quello di radunare le persone che hanno in comune l'interesse per uno stile di vita contemplativo ed ecosostenibile e che pensano che la condivisone delle proprie conoscenze e l'aiuto reciproco siano il modo adeguato per affrontare le varie sfide della nostra società così competitiva, frenetica e distruttiva verso l'ambiente naturale.
NewsLetter N°1 del 22 Novembre 2018
Avvio di un nuovo progetto di ECOVILLAGGIO a Bergamo
Il progetto di ecovillaggio è una forma di abitare collaborativo. Questo, in particolare, SI RIVOLGE A CHI E' in PENSIONE o vicino perché, come dichiara uno dei fondatori, Giovanni Balducchi: "vogliamo recuperare le professionalità e le esperienze che ogni persona ha accumulato nella vita, per poterle rendere disponibili a quei giovani che hanno idee innovative per avviare una nuova attività lavorativa. L'obiettivo è avere nella comunità professioni diverse e disponibili ad essere condivise.
Per seguire ed incontrarvi con questa nascente comunità mettetevi in contatto con
giovanni.balducchi@gmail.com